sabato 4 Ottobre 2025
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Eureka: Condanne e Rivelazioni su un Impero ‘Ndranghestesco

Il processo “Eureka”, giunto alla sua conclusione in primo grado a Reggio Calabria, ha delineato un quadro allarmante di un’organizzazione criminale transnazionale radicata nel tessuto dell’area ionica reggina, tessuta attorno a una rete complessa di ‘ndrine.

Il verdetto finale, che ha visto 76 condanne e 7 assoluzioni, rappresenta un capitolo significativo nella lotta alla criminalità organizzata, ma soprattutto rivela la sofisticatezza e la capacità di adattamento di queste strutture.
L’inchiesta, orchestrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia sotto la guida del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e successivamente diretta da Giuseppe Borrelli, ha disvelato l’esistenza di tre macro-associazioni criminali interconnesse, ognuna riconducibile a famiglie ‘ndranghesti di primaria importanza: Pelle, Strangio, Nirta, Giampaolo, Mammoliti e Giorgi.

Queste cosche, con sedi decisionali nel reggino, hanno esteso la loro influenza e le loro operazioni logistiche in diverse regioni italiane e a livello internazionale, configurando un impero criminale ramificato.
Il fulcro dell’attività criminale era il traffico internazionale di stupefacenti, in particolare cocaina, con un ingente sequestro di 3 tonnellate.

Tuttavia, l’inchiesta ha evidenziato che le ‘ndrine non operavano in maniera isolata, ma attraverso la collaborazione di soggetti stranieri, specializzati nella movimentazione di denaro (“pick-up money”) e nell’utilizzo di “spalloni” per il trasporto di ingenti somme di denaro contante all’interno dell’Unione Europea.

Le movimentazioni finanziarie, per un valore complessivo di circa 22,3 milioni di euro, hanno coinvolto paesi strategici come Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda, testimoniando la capacità di queste organizzazioni di riciclare capitali a livello globale.
I proventi illeciti non sono rimasti inattivi.

Sono stati impiegati nell’acquisto di beni di lusso, auto di rappresentanza e nell’investimento in attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania.
La sofisticata tecnica di riciclaggio ha incluso l’utilizzo di attività apparentemente legali, come autolavaggi, per occultare l’origine illecita del denaro.

Un ruolo chiave è stato ricoperto dalla famiglia Nirta Versu di San Luca, con articolazioni operative in Brasile e rappresentata, in passato, dall’ex latitante Vincenzo Pasquino, ora collaboratore di giustizia.
Un altro gruppo criminale, facente capo alla cosca Mammoliti Fischiante di Bovalino, aveva sviluppato una fitta rete di contatti in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia, estendendo il proprio raggio d’azione fino ai fornitori sudamericani di cocaina e a trafficanti internazionali.
Infine, la famiglia Strangio Fracascia, con legami diretti alle cosche Nirta-Strangio, è stata collegata agli eventi tragici della strage di Duisburg del 2007, sottolineando la pericolosità e la portata internazionale di questa rete criminale.
Il processo “Eureka” non si limita a una condanna; rappresenta un atto d’accusa contro un sistema criminale complesso, capace di contaminare l’economia legale e di destabilizzare la sicurezza nazionale.

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