sabato 4 Ottobre 2025
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San Francesco: Un Appello alla Pace e alla Fraternità

La costruzione della pace non può essere dissociata dalla profonda trasformazione interiore che ci spinge ad abbandonare la logica del conflitto e a perseguire il dialogo come via maestra.

Questo è il messaggio pulsante che emerge dalla celebrazione per la festa di San Francesco ad Assisi, un invito solenne lanciato dal custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, in presenza di autorità civili e religiose.
L’eredità francescana non si limita a un mero richiamo storico, ma si presenta come una bussola morale per il presente, un’esortazione a disarmare non solo le mani, ma soprattutto i cuori, deporre le armature dell’orgoglio e dell’indifferenza.

La vera fraternità, sottolinea fra Moroni, si rivela nell’accoglienza dei più vulnerabili, dei poveri, dei migranti, di coloro che cercano rifugio e speranza.

Non è un atto di carità occasionale, ma un impegno strutturale, una scelta di giustizia che permea ogni aspetto della nostra esistenza.

La festa nazionale istituita il 4 ottobre, omaggio al Patrono d’Italia, rappresenta un’opportunità significativa.
Non si tratta solo di celebrare la memoria di un santo, ma di interiorizzare i valori che incarnava: la semplicità, la povertà, la compassione, l’amore per la creazione.
Questi valori, tuttavia, necessitano di traduzione in azioni concrete.

Le comunità locali devono impegnarsi in scelte inclusive, le amministrazioni in politiche di giustizia sociale, il Parlamento e il Governo in azioni coerenti con i principi proclamati.
Il custode francescano focalizza l’attenzione su temi cruciali: la pace, la fraternità tra i popoli, l’inclusione sociale, la tutela dell’ambiente.
Questi non sono semplici auspici, ma una chiamata pressante alla responsabilità, una sfida che investe ogni individuo e ogni istituzione.
La coerenza tra parole e azioni diventa il cardine della credibilità, l’unico modo per onorare veramente la memoria di San Francesco.
L’invocazione al Santo, rivolta per l’Italia e per il mondo, si eleva come una preghiera per la conversione personale e l’impegno civile, per un Paese e un mondo più giusti, fraterni e pacifici.

La sofferenza causata dai conflitti, in Ucraina, in Palestina e in altre aree del pianeta, richiede un’azione urgente e decisa.
Il monito francescano risuona potente: non basta raccontare le opere compiute dai santi, è necessario imitarle con il proprio esempio, abbandonando la ricerca di gloria personale e abbracciando l’umiltà del servizio.

La pace non è un’utopia irraggiungibile, ma un percorso arduo, un impegno quotidiano che richiede coraggio, perseveranza e, soprattutto, un cuore aperto alla speranza.

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