Roma si appresta a essere il palcoscenico di una nuova, intensa ondata di mobilitazione a sostegno della Palestina e in risposta al conflitto in corso a Gaza.
Il corteo nazionale, atteso a coinvolgere migliaia di partecipanti, rappresenta un punto culminante di giorni di crescente tensione sociale e politica, segnati da manifestazioni diffuse e uno sciopero generale che ha attraversato il paese.
Il cuore pulsante della protesta si concentrerà intorno a Porta San Paolo, dove il raduno principale è programmato per le 14:30.
Tuttavia, l’onda di attivismo è già in movimento.
Studenti e collettivi universitari e scolastici, protagonisti dell’occupazione della Facoltà di Giurisprudenza, si riuniranno a Piazzale Aldo Moro fin dalle 11:30, per un pre-concentramento che anticipa l’inizio del corteo verso Ostiense, dove si uniranno alle altre forze in campo.
Un’iniziativa parallela, promossa da sostenitori della Global Sumud Flotilla, prevede una carovana di motoscafi provenienti da San Lorenzo, simbolo di un impegno concreto verso la popolazione palestinese.
Il percorso del corteo, che si svilupperà lungo un itinerario significativo per la storia e la politica romana, attraverserà il Viale Aventino, Piazza di Porta Capena, Via di San Gregorio, costeggiando il maestoso Colosseo e proseguendo per Via Labicana e Via Merulana, fino a culminare in Piazza San Giovanni, il fulcro istituzionale della manifestazione.
La mobilitazione non è un fenomeno locale; delegazioni provenienti da tutta Italia, rappresentanti della comunità palestinese, associazioni culturali, sindacati di base e gruppi studenteschi, convergono verso Roma per amplificare il messaggio di solidarietà e richiesta di giustizia.
La partecipazione diffusa testimonia un sentimento di profonda preoccupazione e un desiderio di agire concretamente in risposta all’emergenza umanitaria e politica in corso.
Le autorità cittadine, consapevoli della portata dell’evento, hanno predisposto un piano di sicurezza articolato, che include divieti di sosta, chiusure al traffico e un massiccio presidio delle forze dell’ordine.
Un tavolo tecnico in questura è stato convocato per coordinare gli ultimi dettagli operativi.
Il servizio di trasporto pubblico, in particolare le linee degli autobus, subirà inevitabili deviazioni, mentre le stazioni della metropolitana situate lungo il percorso, come Piramide e Colosseo, rimarranno operative, ma potrebbero essere temporaneamente chiuse per garantire la sicurezza pubblica, come già accaduto nelle precedenti giornate di protesta.
Lo slogan unificante che guiderà la manifestazione è un grido chiaro e inequivocabile: cessate il fuoco immediato a Gaza, la fine del genocidio palestinese e l’interruzione immediata delle esportazioni di armi verso Israele.
L’evento si propone di trasformare la capitale in un potente amplificatore di voci, un coro unito di solidarietà e resistenza a sostegno della Palestina, capace di superare i confini nazionali e risuonare a livello internazionale.
Al di là degli appelli alla pacifica convivenza, permane una sottile tensione, un potenziale scontro che le autorità si adoperano a prevenire, pur nella consapevolezza che la forza di una protesta risiede anche nella passione e nell’impegno dei suoi partecipanti.