sabato 4 Ottobre 2025
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San Francesco: un’eredità di pace e identità italiana

San Francesco d’Assisi, figura archetipica dell’identità italiana, incarna un ideale di spiritualità e umanità che risuona attraverso i secoli, un eco che ha plasmato la nostra cultura e il nostro immaginario collettivo.
Più che un santo, egli è un’incarnazione poetica, un simbolo di riconciliazione e di profonda connessione con il creato, un faro che ha illuminato il percorso di giganti come Dante, Petrarca e Boccaccio, contribuendo a diffondere la lingua italiana nel mondo.
La sua opera, il *Cantico delle Creature*, non è solo un componimento religioso, ma un manifesto di amore per la bellezza del mondo, un inno alla fraternità universale.

La sua eredità spirituale trascende le barriere confessionali e ideologiche, offrendo un modello di dialogo e di riconciliazione particolarmente rilevante nel nostro tempo.
In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, il messaggio di Francesco risuona come un appello alla comprensione reciproca, al superamento delle avversità attraverso la conversazione e l’ascolto.

La sua capacità di tendere la mano anche a coloro che percepiva come nemici, di ricercare la verità nel confronto e non nell’imposizione, rappresenta una lezione di coraggio e di umanità che la società contemporanea dovrebbe riscoprire.
La pace, come ci ricorda Francesco, non è un dono divino o un auspicio vago, ma il risultato di un impegno costante, di una costruzione paziente e responsabile.
Non si invoca con formule e rituali, ma si realizza con azioni concrete, con la volontà di abbattere i muri dell’odio e della diffidenza, mattone dopo mattone, con pragmatismo e sensibilità.
La sua visione trascende l’idealismo ingenuo, promuovendo un approccio attivo e coraggioso nella risoluzione dei conflitti, un percorso che richiede non solo fede ma anche ragione.
La recente decisione del Parlamento di eleggere San Francesco patrono d’Italia, restituendogli un posto di rilievo nel tessuto civile e nazionale, testimonia una riscoperta del suo valore universale, un atto di riconoscimento della sua profonda influenza sulla nostra identità culturale e spirituale.
Questa scelta non va interpretata come una mera formalità o una questione di convenienza politica, ma come un omaggio al primo papa a portare il nome di Francesco, in un anno che segna il ritorno di una figura chiave alla sua dimora celeste, un evento che amplifica il significato simbolico della ricorrenza.

Si tratta di un gesto che celebra un pontefice che, con il suo esempio, ha elevato l’Italia a simbolo di pace, tolleranza e ispirazione per il mondo intero.

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