La sicurezza sul lavoro, un diritto ineludibile e un valore imprescindibile per il progresso sociale, si consolida attraverso un atto di profonda responsabilità collettiva: la Carta di Lorenzo.
Presentata ufficialmente a Trieste, questa iniziativa, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia, si configura come un patto inedito, un vero e proprio contratto sociale tra istituzioni, imprese, lavoratori, famiglie e scuole, inteso a trasformare la prevenzione degli infortuni da obbligo formale a cultura condivisa e radicata.
La genesi della Carta di Lorenzo affonda le sue radici nel tragico evento che ha visto la perdita di Lorenzo Parelli, giovane studente friulano, durante un’esperienza di alternanza scuola-lavoro.
Questa perdita, oltre al dolore lancinante per i suoi cari, ha rappresentato una dolorosa spiazzata per l’intera comunità, evidenziando le fragilità e le lacune in un sistema che, pur professando principi di sicurezza, si è dimostrato inadeguato a proteggere un ragazzo in formazione.
La Carta di Lorenzo non intende essere un semplice memoriale, ma un motore di cambiamento profondo.
Evita accuratamente l’approccio dilatorio e gli alibi, superando la logica del “non è colpa mia”.
Il suo valore risiede nella capacità di aggregare attori diversi, ciascuno con le proprie competenze e responsabilità, in un impegno unitario volto a edificare ambienti di lavoro più sicuri e una cultura della prevenzione realmente efficace.
L’assessora regionale all’Istruzione e Lavoro, Alessia Rosolen, ha sottolineato che la sicurezza non è solo una questione di procedure e controlli, ma soprattutto di consapevolezza e responsabilità condivisa.
Ogni attore – datori di lavoro, dirigenti scolastici, insegnanti, formatori, lavoratori – deve assumersi la propria parte di responsabilità, riconoscendo che un infortunio è sempre il risultato di una catena di eventi che coinvolge tutti.
La firma della Carta, avvenuta nel 2023, ha visto la partecipazione commossa della famiglia Parelli, testimoni diretti di questa necessità imperativa di cambiamento.
Accanto a loro, il presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini, ha ribadito l’importanza di tradurre le parole in azioni concrete, con programmi specifici e impegni misurabili.
La speranza è che la Carta di Lorenzo possa trascendere i confini regionali, elevandosi a modello nazionale.
Un manifesto che richiami l’attenzione non solo sulla necessità di una formazione continua e di un’istruzione di qualità, ma anche sull’importanza cruciale di una responsabilità individuale e collettiva che permei ogni livello del sistema formativo e produttivo.
Si tratta di tracciare un percorso chiaro, illuminato dalla memoria di Lorenzo, che conduca a un futuro in cui la sicurezza sul lavoro non sia un obbligo imposto, ma un diritto garantito e una priorità condivisa.
La Carta rappresenta un passo fondamentale verso questa visione, un invito a costruire insieme un mondo del lavoro più umano, sicuro e prospero.