sabato 4 Ottobre 2025
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San Francesco: Eredità di Pace per un Mondo in Guerra

L’eredità di San Francesco, figura cardine dell’identità italiana, si rivela oggi più che mai urgente e rilevante.
La sua opera, profondamente radicata in un ideale di pace disarmata, risuona come un monito e un’ispirazione, soprattutto in un’epoca segnata da conflitti e disuguaglianze globali.
Come sancito dalla nostra Costituzione, l’Italia, ispirata dal Santo d’Assisi, si riconosce come un popolo che aspira alla concordia e ripudia la belligeranza, un impegno che trascende le dinamiche geopolitiche e si radica in una visione etica universale.
La figura di Francesco, che osò avvicinarsi ai teatri di guerra a piedi nudi, tessendo ponti di amicizia e comprensione laddove la violenza sembrava imperante, ci invita a riflettere sulla natura stessa della pace.
Non una pace ottenuta con la forza o attraverso compromessi che perpetuano l’ingiustizia, ma una pace attiva, fondata sulla riconciliazione, l’empatia e la condivisione.

La cerimonia celebrativa, alla quale hanno presieduto figure istituzionali di spicco come la Presidente del Consiglio e il Ministro della Cultura, ha rappresentato un momento di riflessione collettiva sui valori che animarono il Poverello d’Assisi: la semplicità, la fratellanza, la custodia del creato e, soprattutto, l’impegno per i più vulnerabili.

L’attenzione ai “deboli” e agli “ultimi”, oggi simboleggiati dalle popolazioni martoriate da guerre e crisi umanitarie, non può essere relegata a una mera dichiarazione di intenti, ma deve tradursi in azioni concrete, in un sostegno tangibile a chi soffre.

I tragici eventi che affliggono Gaza, la Palestina, l’Ucraina e le innumerevoli altre aree di conflitto, richiamano con urgenza la necessità di promuovere dialoghi costruttivi e percorsi di pace sostenibili.

Il recente fermento pacifico che ha animato le piazze italiane, testimoniando un diffuso desiderio di non-violenza, si consoliderà il 12 ottobre con la Marcia della Pace Perugia-Assisi, un evento che celebra l’incontro tra l’eredità francescana e il pensiero pacifista di Aldo Capitini, unendo generazioni e territori in un comune impegno.

È imperativo che queste voci, portatrici di speranza e di un profondo senso di responsabilità morale, siano ascoltate e che ciascuno, nel proprio ambito di azione, si senta chiamato a contribuire attivamente alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico.
Il ruolo della Chiesa, presente a Gaza senza riserve, e l’operato delle parrocchie e dei cristiani che si dedicano alla promozione dei valori francescani in Medio Oriente, meritano un sostegno e un riconoscimento speciali.
In questa solennità, il pensiero vola idealmente a coloro che, in terre lontane, lottano per la giustizia e la pace, condividendo con noi la speranza di un futuro migliore.

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