domenica 5 Ottobre 2025
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Rome

Roma, corteo Pro Palestina: 262 fermi e indagini in corso

Durante il corteo Pro Palestina a Roma, si è verificata una escalation di violenza che ha portato all’identificazione e alla fermata di 262 individui.

La Questura ha comunicato che, a seguito degli eventi, per tutti i soggetti coinvolti si sta valutando l’azione penale per una serie di reati che includono il danneggiamento di proprietà pubblica e privata, la partecipazione ad un’adunata con finalità sediziose – configurandosi come un atto di turbamento dell’ordine pubblico – e la resistenza, attiva e passiva, nei confronti delle forze dell’ordine.
L’intensità degli scontri ha visto il coinvolgimento di atti vandalici di particolare gravità, concretizzati con l’incendio doloso di due veicoli e la distruzione di contenitori per la raccolta differenziata, oltre al lancio di oggetti contundenti e fuochi d’artificio diretti verso il personale di polizia.
Un gruppo di 12 persone, riconducibili a componenti dell’area antagonista, sono state immediatamente trattenute, sottoposte a procedura di fotosegnalazione e avviate alla fase degli atti per deferimento all’Autorità giudiziaria, accusate delle stesse azioni violente.
La Digos (Divisione Investigazione Generale e Operazioni Speciali) sta conducendo un’indagine approfondita, supportata da un vasto corpus di materiale fotografico e video acquisito durante la manifestazione.

L’analisi di queste immagini, che include riprese da diverse angolazioni e potenzialmente da fonti amatoriali, si prefigge di identificare con precisione i responsabili degli atti di vandalismo e aggressione, al fine di ricostruire la dinamica degli eventi e accertare eventuali responsabilità di natura organizzativa o di leadership.
L’obiettivo primario è quello di isolare e perseguire penalmente i soggetti che hanno contribuito in modo attivo all’escalation di violenza, distinguendoli pacificamente dai partecipanti alla manifestazione che hanno espresso il loro dissenso in maniera legittima e non violenta.

Si stanno inoltre esaminando le comunicazioni e le organizzazioni che potrebbero aver fomentato o pianificato tali azioni, al fine di prevenire il ripetersi di simili episodi in futuro, garantendo il diritto di manifestare pacificamente, sancito dalla Costituzione, senza compromettere la sicurezza pubblica.

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