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Tragica scomparsa di Dolores Dori: faida e scelte d’amore nella comunità sinti.

La comunità sinti è scossa e avvolta nel lutto per la tragica scomparsa di Dolores Dori, una donna di 44 anni originaria della regione sinti, deceduta giovedì sera all’ospedale di Desenzano del Garda.

La sua morte, dovuta a ferite da arma da fuoco all’addome e a una gamba, ha innescato un’indagine complessa, condotta dai Carabinieri di Brescia sotto la direzione della Procura, che punta a far luce su un intricato scenario di conflitti interni e dinamiche familiari ancestrali.
Le indagini preliminari suggeriscono che la vicenda sia il tragico epilogo di una lunga e radicata faida, un doloroso intreccio di rivalità e vendette che affonda le sue radici nella cultura e nella struttura sociale della comunità sinti.
Al centro della disputa, un delicato e controverso nodo: il diritto di una giovane donna, figlia di Dolores, a scegliere autonomamente il proprio destino amoroso, in aperta contrapposizione con una tradizione matrimoniale combinata che la comunità intende preservare.
La giovane donna, rifiutando un matrimonio preordinato, aveva espresso il desiderio di unirsi a un uomo di soli vent’anni, appartenente a una famiglia rivale, innescando una rottura con le consuetudini e provocando la reazione di alcuni membri della comunità.
Spinta dal desiderio di proteggere la figlia e sostenere la sua scelta, Dolores, insieme al marito e al figlio, aveva abbandonato il campo nomadi del Veneziano, trasferendosi nella zona del Lago di Garda, a Lonato.
Il campo nomadi di Lonato, ora sotto sequestro, è il teatro di questo tragico evento.
Secondo le prime ricostruzioni, Dolores sarebbe entrata nel campo insieme al figlio, mentre il marito attendeva nelle vicinanze.

La dinamica precisa degli eventi rimane ancora da chiarire, ma è certo che si siano verificate numerose esplosioni di colpi d’arma da fuoco, alcuni dei quali hanno colpito mortalmente la donna.
Le indagini hanno portato al ritrovamento di una Fiat 500 bianca, martoriata da segni di proiettile, abbandonata nel campo nomadi.
Un’Alfa Romeo Stelvio, appartenente al marito della vittima, è stata ritrovata nel Veneziano, a Mira, suggerendo il percorso seguito per raggiungere la provincia di Brescia e portare la donna ferita all’ospedale di Desenzano, dove è poi deceduta.

La figura di Dolores Dori assume un’importanza particolare all’interno della comunità sinti: figlia della cosiddetta “regina dei sinti” di Pistoia e sorella di un collaboratore di giustizia, la sua morte amplifica la complessità di un evento che trascende il singolo dramma familiare, coinvolgendo dinamiche sociali, reticoli di potere e conflitti di lealtà che caratterizzano la cultura sinti.
Le indagini proseguono a ritmo serrato, con l’obiettivo di identificare i responsabili di questo efferato crimine e fare luce sulle cause profonde di una tragedia che ha colpito nel cuore una comunità già segnata da un passato doloroso e da un futuro incerto.
L’attenzione è ora focalizzata sulla ricerca del marito della vittima, attualmente ricercato e la cui posizione risulta essere cruciale per ricostruire l’intera vicenda.

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