La proiezione demografica e socio-economica del Comune di Trento, elaborata da Nomisma in vista della revisione strategica del Piano Regolatore Generale (Prg), dipinge un quadro complesso di un territorio in trasformazione.
La necessità di incrementare l’offerta abitativa, stimata in 6.000 unità abitative entro il 2042, non è semplicemente una questione quantitativa, ma riflette un profondo mutamento strutturale della popolazione e delle sue esigenze abitative.
L’analisi, che considera l’intervallo 2023-2042, prevede un fabbisogno medio di 330 nuove abitazioni all’anno fino al 2035, per poi ridursi a 260 all’anno nel decennio successivo.
Questa distribuzione non è casuale; essa è strettamente legata all’evoluzione demografica e alle dinamiche sociali che caratterizzano il capoluogo.
Sebbene il numero complessivo di abitanti si mantenga relativamente stabile grazie a un bilanciamento tra natalità in calo e flussi migratori, si assiste a una significativa inversione della composizione per età.
L’invecchiamento progressivo della popolazione, accentuato dall’aumento dei nuclei familiari unipersonali, implica una crescente domanda di abitazioni più piccole, accessibili e flessibili, spesso destinate all’affitto.
Il ruolo cruciale dell’Università di Trento, motore di sviluppo economico e culturale, emerge chiaramente dall’indagine.
La necessità di ulteriori 800 posti letto in studentati evidenzia una carenza strutturale nell’offerta residenziale dedicata a questa fascia di popolazione, con implicazioni dirette sull’attrattività del territorio e sulla qualità della vita degli studenti.
Parallelamente, l’impatto del turismo, pur non configurando un fenomeno di “overtourism” nel senso più stretto del termine, richiede un’attenta gestione degli alloggi destinati agli affitti brevi, attualmente concentrati nel cuore della città.
L’assessorato all’urbanistica sottolinea l’urgenza di diversificare l’offerta turistica e residenziale, promuovendo la creazione di nuove strutture anche nelle aree periferiche e collinari.
La presenza di 6.600 nuclei familiari che aspirano a soluzioni abitative a canone contenuto, unitamente a un parco di 5.000 abitazioni inutilizzate e 1.950 seconde case, disegna un quadro paradossale di offerta e domanda disallineate.
La sfida consiste nel riconvertire l’edilizia esistente, incentivando la riqualificazione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato e promuovendo l’integrazione di alloggi a prezzi accessibili all’interno di nuovi progetti edilizi.
Il Prg vigente, con un’edificabilità residenziale residua pari a 518.000 metri quadrati di superficie utile netta (sun), offre un potenziale significativo, ma la sua distribuzione geografica, con una prevalenza nel fondovalle (76%) e nella collina occidentale (15%), richiede un’attenta pianificazione per garantire un equilibrio territoriale e una distribuzione equa delle opportunità abitative.
La revisione del Prg dovrà quindi integrare questi dati, favorendo un approccio integrato che tenga conto delle esigenze abitative, delle dinamiche sociali, della sostenibilità ambientale e della valorizzazione del patrimonio culturale, al fine di costruire un futuro urbano inclusivo e resiliente per Trento.