Rottura nel caso Poggi: Garofano lascia la difesa di Sempio

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La vicenda che coinvolge Andrea Sempio, il giovane imputato nell’ambito dell’inchiesta per la tragica scomparsa di Chiara Poggi, si arricchisce di una nuova, significativa evoluzione.
Luciano Garofano, figura di spicco nel panorama dell’indagine criminale e precedentemente al comando del Ris di Parma, ha formalmente rinunciato all’incarico di consulente tecnico assegnatogli dalla difesa di Sempio.

La decisione, comunicata attraverso una nota ufficiale, segna un punto di rottura che solleva interrogativi sul percorso investigativo e sulla strategia difensiva adottata.

La motivazione addotta per la rinuncia non è meramente formale.

Garofano, forte della sua pluriennale esperienza e competenza scientifico-forense, aveva espresso specifiche raccomandazioni alla difesa di Sempio riguardanti l’esecuzione di un incidente probatorio, un’attività processuale cruciale per la ricostruzione dinamica degli eventi e l’acquisizione di prove inequivocabili.

Parallelamente, aveva suggerito un ampliamento dei temi oggetto di perizia tecnica, al fine di garantire una valutazione completa e imparziale degli elementi a disposizione.
Tuttavia, questi suggerimenti, presentati con l’intento di ottimizzare la ricerca della verità giudiziaria, non hanno trovato riscontro e condivisione da parte del team difensivo di Sempio.

Questa divergenza di vedute, profonda e strutturale, ha reso impossibile, a suo avviso, il perseguimento efficace dell’incarico di consulenza.
La decisione di Garofano riflette una sensibilità professionale che rifiuta compromessi sulla qualità e l’indipendenza del contributo scientifico in un contesto giudiziario così delicato e complesso.

L’episodio sottolinea l’importanza del ruolo del perito nel processo penale, un ruolo che trascende la mera assistenza tecnica, implicando la capacità di proporre interpretazioni e percorsi investigativi basati su rigore scientifico e imparzialità.
La mancata convergenza tra il consulente e la difesa evidenzia, inoltre, le sfide intrinseche alla gestione di un’indagine caratterizzata da elevata emotività pubblica e dalla necessità di garantire il diritto alla difesa