Campagne Lombardia: Clima Impazzito, Agricoltura in Ginocchio

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Le campagne lombarde, spietate testimoni di un clima in rapida evoluzione, mostrano i segni tangibili di un’aggressività meteorologica senza precedenti.

Il paesaggio, un tempo simbolo di abbondanza e pianificazione, è ora segnato da devastazione: campi di riso, promesse di raccolto abbondante, giacciono tranciati come fossero carta da gioco sotto l’implacabile grandine; le pannocchie di mais, precedentemente erette e rigogliose, sono state piegate e abbattute dalla furia dei venti; e un allevamento ittico, un’oasi di vita acquatica, è stato spazzato via dall’inondazione improvvisa.
Queste immagini, raccolte da Coldiretti Lombardia attraverso un meticoloso monitoraggio del territorio, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una crisi che affligge il settore agricolo regionale.
L’agricoltura, intrinsecamente legata alla stagionalità e alla delicatezza degli equilibri naturali, si rivela l’attività economica più esposta alla brutalità dei cambiamenti climatici.

La “tropicalizzazione” del clima, processo caratterizzato da un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, si manifesta con sfasamenti stagionali improvvisi, precipitazioni torrenziali e rapidi alternanze tra sole e tempesta, amplificate da oscillazioni termiche drastiche.
Queste variazioni, sempre più imprevedibili e violente, mettono a dura prova la capacità di adattamento degli agricoltori e la resilienza delle colture.
La grandinata che ha colpito la zona sud di Milano ha lasciato un segno indelebile sui campi coltivati.

L’area di Paullo, con le sue distese di riso pronte al raccolto, e le aree limitrofe dedicate alla coltivazione del mais, sono state particolarmente colpite.
I tecnici di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza stanno lavorando per valutare l’entità dei danni, che si prospettano ingenti.
Simili problematiche sono state riscontrate anche nella cintura urbana milanese, con i chicchi di grandine che hanno “rasato” intere aree di coltivazione risicola nella zona di Quintosole.

Il quadro della devastazione si completa con la tragedia di Grandola ed Uniti, in alta valtellina, dove l’impeto del fiume Sanagra ha cancellato un intero vivaio di acquacoltura, con la morte di tutte le trote allevate.

Oltre alla perdita economica diretta, l’evento ha reso impossibile qualsiasi attività lavorativa, costringendo l’attesa della fine del maltempo e del calo del livello del fiume.
Le segnalazioni di disagio e danni non si limitano alla sola area milanese e varesotta, ma giungono anche dalla provincia di Cremona, in particolare nel Soresinese, dove la combinazione di pioggia battente, vento forte e grandine ha letteralmente spazzato via i campi di mais.
Questo susseguirsi di eventi estremi solleva interrogativi urgenti sulla sostenibilità del modello agricolo attuale e sulla necessità di implementare strategie di mitigazione e adattamento per proteggere il settore e garantire la sicurezza alimentare.

La sfida è quella di conciliare la produzione agricola con la tutela dell’ambiente, promuovendo pratiche agricole innovative e sostenibili che siano in grado di resistere agli impatti sempre più gravi dei cambiamenti climatici.