Revoca restrizioni suinicole: svolta per Lombardia e Piemonte

0
11

La recente decisione della Commissione Europea di revocare le restrizioni imposte agli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi, specificatamente nelle province di Lodi, Pavia e Novara, rappresenta un punto di svolta cruciale per il settore zootecnico italiano e testimonia la complessità dei processi decisionali europei in materia di salute animale e sicurezza alimentare.

Lungi dall’essere un mero atto amministrativo, questa revoca – celebrata da esponenti politici come l’europarlamentare Carlo Fidanza – riflette un percorso tortuoso, costellato di sfide, sacrifici e un intenso lavoro di collaborazione tra istituzioni nazionali, regionali, associazioni di categoria e allevatori.

La decisione, infatti, non si pone in isolamento, ma si inserisce in un contesto più ampio di gestione di focolaio di peste suina africana (PSA), una malattia virale altamente contagiosa e devastante per il bestiame suino, senza implicazioni per la salute umana ma con pesanti ripercussioni economiche e sociali.
L’introduzione delle restrizioni, inizialmente necessarie per contenere la diffusione del virus, aveva imposto un regime di sorveglianza e controllo particolarmente stringente, con conseguenti limitazioni alla movimentazione degli animali, all’accesso agli allevamenti e all’organizzazione della produzione.
Il prezzo pagato dagli allevatori è stato significativo: stress emotivo, incertezze economiche, difficoltà logistiche e una sensibile riduzione della competitività.
La resilienza e la determinazione dimostrate dai produttori, uniti nell’impegno a rispettare le norme e ad adottare misure di biosicurezza sempre più efficaci, hanno svolto un ruolo cruciale nel modificare la percezione del rischio da parte delle autorità europee.

La revoca delle restrizioni, quindi, non è solo una vittoria per gli allevatori, ma anche il riconoscimento di un cambiamento di scenario.
I dati epidemiologici più recenti, unitamente al rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo adottate, hanno permesso di dimostrare un livello di rischio inferiore a quello precedentemente stimato.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa decisione non segna la fine della vigilanza.

La PSA rimane una minaccia costante e la prevenzione deve continuare ad essere prioritaria.
Il sistema di sorveglianza dovrà essere mantenuto e potenziato, con particolare attenzione alla tracciabilità degli animali, alla collaborazione tra veterinari, allevatori e istituzioni, e all’applicazione rigorosa delle norme di biosicurezza.
Inoltre, l’episodio evidenzia la necessità di un dialogo più costruttivo e trasparente tra gli Stati membri e la Commissione Europea in materia di salute animale, al fine di trovare soluzioni equilibrate che tengano conto delle specificità locali e delle esigenze dei produttori, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e la tutela della salute pubblica.

Il futuro del settore suinicolo italiano, e più in generale quello europeo, dipende dalla capacità di affrontare le sfide con responsabilità, innovazione e spirito di collaborazione.