martedì 25 Novembre 2025

Lombardia sotto acqua: Fontana chiede lo stato di emergenza

La persistente ondata di maltempo che sta mettendo a dura prova la Lombardia ha portato il presidente regionale Attilio Fontana a richiedere formalmente lo stato di emergenza a livello nazionale.
La missiva inviata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni evidenzia la gravità e l’estensione dei danni, derivanti da eventi meteorologici estremi che si sono susseguiti con particolare intensità nel corso delle ultime settimane.
L’istanza si basa su una cronologia di eventi calamitosi che hanno interessato ampie porzioni del territorio lombardo.

In particolare, si fa riferimento alle piogge torrenziali che hanno colpito la fascia compresa tra Como e Lecco a partire dal 10 settembre, un’area già provata da precedenti fenomeni meteorologici intensi iniziati il 9 settembre e protrattisi fino all’11.

A questi eventi si sono poi aggiunti i devastanti allagamenti del 22 settembre, che hanno trasformato le aree circostanti Milano in un panorama di disastri, con ripercussioni significative anche nei distretti di Como, Monza, Varese, e in maniera più diffusa, nelle province di Sondrio, Bergamo, Brescia, Lecco e Pavia.

La richiesta di emergenza nazionale non è una mera formalità burocratica, ma una necessità impellente per sbloccare risorse e procedure straordinarie.

L’obiettivo è accelerare l’erogazione di aiuti per le popolazioni colpite, supportare le attività di risanamento del territorio e avviare la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate.
Le conseguenze di questi eventi calamitosi sono molteplici e complesse.

Infrastrutture vitali come strade, ponti e reti idriche sono state gravemente compromesse, interrompendo la comunicazione e rendendo difficoltosi gli spostamenti.

Numerosi edifici, sia abitativi che produttivi, hanno subito danni ingenti, spesso irreparabili.

L’agricoltura, un settore cruciale per l’economia regionale, ha subito perdite considerevoli a causa dell’allagamento dei campi e della distruzione dei raccolti.
Al di là dell’immediato impatto economico, le alluvioni hanno innescato una crisi sociale e psicologica per le comunità colpite.
Molte persone si sono ritrovate senza casa, senza lavoro e con la perdita di beni di inestimabile valore affettivo.
La sensazione di insicurezza e la paura di futuri eventi calamitosi hanno generato un clima di profonda incertezza.

La richiesta di stato di emergenza nazionale rappresenta un segnale di allarme che sottolinea la crescente vulnerabilità del territorio lombardo di fronte a fenomeni meteorologici estremi.

La complessità della situazione impone una riflessione approfondita sulle cause di questi eventi, che possono essere ricondotte a un insieme di fattori, tra cui i cambiamenti climatici globali, la gestione del territorio e l’inadeguatezza delle infrastrutture di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.

È fondamentale che questa emergenza stimoli un dibattito pubblico e politico che porti a definire strategie di lungo periodo per la tutela del territorio e la protezione delle comunità vulnerabili, investendo in opere di prevenzione, migliorando la pianificazione del territorio e promuovendo una cultura della resilienza.

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