25 settembre 2024 – 18:45
L’anoressia è una malattia grave e complessa, ma può essere trattata con successo: intervenire precocemente è fondamentale. Dopo l’appello angosciato di una madre per la sua ventunenne in rapido peggioramento a causa dell’anoressia, il professor Giovanni Abbate Daga, esperto nel trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione presso il Centro Regionale della Salute, affronta un problema spaventoso e in costante aumento. Il 40% dei casi inizia durante l’adolescenza e persiste fino all’età adulta, con un terzo dei pazienti che ricade nella malattia anche in età adulta. I dati recenti del Regina Margherita indicano un aumento del 112% dei pazienti adolescenti seguiti in ambulatorio territoriale dal 2019 al 2022, mentre gli adulti hanno registrato un incremento dell’80% dopo la pandemia. L’ospedale ha visto raddoppiare i casi di accesso urgente al pronto soccorso tra il 2018 e il 2021. Attualmente, l’anoressia può manifestarsi già a 8-10 anni, indicando una preoccupante precocità della malattia.La diminuzione dell’età media della pubertà femminile e l’impatto dei social media sono fattori chiave che contribuiscono a questa precocità. La durata delle degenze ospedaliere è aumentata tra gli adolescenti ma non tra gli adulti. A livello globale, l’incidenza dell’anoressia è dell’8%, il che significa che circa una ragazza su dodici nella popolazione scolastica soffre di questa patologia. Sebbene sia più comune nelle donne, si osserva un aumento dei casi anche nei maschi, sebbene l’80% dei pazienti siano di sesso femminile. La diffusione sempre maggiore di questa malattia richiede un intervento tempestivo e mirato per garantire migliori prospettive di guarigione ai pazienti affetti da anoressia.
