giovedì 9 Ottobre 2025
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Comune di L'Aquila

Sanità Abruzzo: Rinunce in aumento, PNRR in ritardo

L’Abruzzo, nel 2024, si presenta come una regione con luci e ombre nel panorama della sanità nazionale, evidenziando un quadro complesso che necessita di un’analisi approfondita.
Il recente rapporto della Fondazione Gimbe mette in luce un incremento significativo della rinuncia alle prestazioni sanitarie, attestandosi al 12,6% della popolazione residente – un dato superiore alla media nazionale del 9,9% e in crescita di 3,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Questa tendenza, allarmante, suggerisce un’erosione della fiducia nel sistema sanitario regionale e riflette potenzialmente difficoltà di accesso, lungaggini burocratiche o disservizi percepiti dalla cittadinanza.
Parallelamente, l’aspettativa di vita alla nascita, pur mantenendosi a 83 anni, si posiziona leggermente al di sotto della media nazionale (83,4 anni), segnalando una potenziale area di miglioramento nelle politiche di prevenzione e promozione della salute a livello regionale.

Un elemento positivo emerge dall’analisi della distribuzione del Fondo Sanitario Nazionale (FSN).

Nel 2023, l’Abruzzo ha beneficiato di un finanziamento pro-capite di 2.132 euro, con un aumento di 88 euro rispetto al 2022, superando la crescita media nazionale di 71 euro.
Successivamente, nel 2024, l’incremento pro-capite si è attestato a 2.214 euro, ulteriormente superiore alla media nazionale di 2.181 euro, suggerendo un impegno finanziario maggiore volto a sostenere il sistema sanitario regionale.
Tuttavia, l’efficacia di questi investimenti rimane da valutare alla luce dell’aumento delle rinunce alle prestazioni.
Il rapporto Gimbe fornisce anche un quadro del personale sanitario impiegato nella regione.
Con 12,6 professionisti ogni 1.000 abitanti, l’Abruzzo si distingue per una dotazione di personale superiore alla media nazionale (11,9).
In particolare, si registra una densità di medici dipendenti (2,17 per 1.000 abitanti) e infermieri (5,12 per 1.000 abitanti) che supera i rispettivi valori nazionali.

Nonostante questo, il rapporto tra medici e infermieri (2,36) si discosta leggermente dalla media nazionale (2,54), indicando un potenziale squilibrio nella composizione del personale dedicato all’assistenza.

L’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’ulteriore lente attraverso cui analizzare lo stato della sanità abruzzese.

Le Case della Comunità, cardine della nuova assistenza territoriale, si presentano con un ritardo significativo: a fronte di una programmazione di 42 strutture, nessuna ha ancora avviato l’erogazione di servizi.
Un dato che riflette potenziali difficoltà gestionali, ritardi burocratici o inadeguatezze nella pianificazione.

In controtendenza, le Centrali Operative Territoriali risultano pienamente funzionanti e certificate, testimoniando un’implementazione positiva in questa area.
Gli Ospedali di Comunità, seppur con una percentuale di attivazione del 40% (6 strutture su 15 programmate), mostrano un progresso parziale, ma che necessita di essere accelerato per raggiungere gli obiettivi prefissati.
In conclusione, il sistema sanitario abruzzese si trova a un bivio.

Pur beneficiando di un finanziamento pro-capite superiore alla media e di una dotazione di personale adeguata, la crescente rinuncia alle prestazioni e i ritardi nell’implementazione di alcune componenti del PNRR, come le Case della Comunità, sollevano interrogativi sulla sua capacità di rispondere efficacemente ai bisogni di salute della popolazione.
Un’analisi approfondita delle cause sottostanti questi fenomeni e l’adozione di misure correttive mirate rappresentano una priorità imprescindibile per garantire un accesso equo e tempestivo alle cure per tutti i cittadini abruzzesi.

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