lunedì 13 Ottobre 2025
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Lavoro, una tragedia silenziosa: l’Italia al pari di Gaza.

L’Italia si trova ad affrontare un’emergenza silenziosa, un tributo di vite spezzate sul lavoro che, per scala e frequenza, impone un confronto con tragedie umanitarie come quella che stiamo vivendo a Gaza.

La retorica della “normalità” non può più celare l’inaccettabilità di un costo umano di tre decessi giornalieri legati all’attività lavorativa, un dato che urla la necessità di una mobilitazione sociale e di un cambio di paradigma culturale e istituzionale.

Come sottolinea Marcello Basilico, Consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, la reazione indignata che accompagna le notizie provenienti da contesti come Gaza dovrebbe trovare eco nella consapevolezza della gravità di questa piaga interna.
La risposta a questa emergenza non può limitarsi a misure palliative.
Richiede un’analisi profonda delle radici del problema, che affonda in una combinazione di fattori economici, sociali e culturali.
La professionalizzazione della forza lavoro è un elemento cruciale, ma insufficiente se non affiancata da una drastica riduzione della precarietà, una condizione che esacerba lo stress, la pressione e, in ultima analisi, aumenta il rischio di incidenti.
Un elemento spesso trascurato è l’importanza di investire nella cultura della sicurezza e del rispetto delle norme.
Questa cultura non si costruisce con proclami, ma con risorse concrete: finanziamenti adeguati all’INPS e all’Ispettorato del Lavoro, potenziamento dei controlli e, soprattutto, una profonda sensibilizzazione di tutti gli attori coinvolti, dai datori di lavoro ai lavoratori stessi.
La questione del lavoro a tempo parziale assume un’importanza strategica, soprattutto in relazione al divario di genere.

La disparità tra uomini e donne che accedono a contratti a tempo pieno, e conseguentemente la differenza salariale che ne deriva, non è solo un’ingiustizia sociale, ma anche un freno alla crescita economica.
Favorire un accesso equo al lavoro a tempo pieno per le donne significherebbe non solo ridurre le disuguaglianze, ma anche aumentare la produttività e il contributo femminile al sistema economico nazionale.
Le criticità strutturali del mercato del lavoro italiano sono intrinsecamente legate all’andamento economico globale.
Sebbene si registri un aumento dell’occupazione, questo beneficio è distribuito in modo disomogeneo, lasciando indietro fasce vulnerabili come i giovani, che si collocano

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