venerdì 10 Ottobre 2025
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Biomassa in Liguria: tra necessità, costi e autonomia energetica.

Nel contesto di un panorama energetico globale segnato da incertezze geopolitiche e fluttuazioni dei prezzi, l’utilizzo di biomassa per il riscaldamento domestico ha assunto una rinnovata, seppur complessa, rilevanza in Liguria.
Secondo i dati recenti dell’Istat, circa il 15% delle famiglie regionali ha scelto legna o pellet come principale fonte di calore nel 2023, un dato in linea con le tendenze nazionali, ma che riflette una scelta dettata da necessità e da una ricerca di autonomia energetica, sebbene in un contesto di costi in aumento anche per queste risorse rinnovabili.
L’Appennino ligure, ricco di risorse legnose, fornisce una base per la produzione di biomassa, ma l’aumento della domanda e le dinamiche di mercato hanno impattato anche i prezzi del pellet e della legna, mitigando in parte il vantaggio economico iniziale.
Nello specifico, il 9,6% delle famiglie liguri ha impiegato legna da ardere, consumando una media di 3,6 tonnellate per nucleo familiare, mentre il 5% ha optato per le stufe a pellet, con un consumo medio di 1,2 tonnellate per famiglia.
Questi numeri evidenziano un ritorno alla biomassa come alternativa, non più necessariamente economica, ma percepita come più controllabile e meno dipendente dalle oscillazioni del gas naturale.

L’analisi dell’Istat rivela, inoltre, che una minima percentuale (lo 0,3%) di famiglie liguri si trova ancora priva di un sistema di riscaldamento, una condizione che solleva interrogativi sulla qualità della vita e sull’equità sociale.
La stragrande maggioranza (99,7%) dispone di almeno un sistema di riscaldamento, con una significativa percentuale (34,9%) che ne utilizza più di uno, suggerendo una ricerca di soluzioni multiple per massimizzare il comfort e l’efficienza.

Un quadro simile si riscontra per la produzione di acqua calda, dove la disponibilità di impianti è quasi universale.
L’integrazione tra riscaldamento e produzione di acqua calda è un fattore chiave: il 71,1% delle famiglie liguri possiede sistemi che combinano queste due funzioni.
Tuttavia, l’adozione del condizionamento domestico rimane inferiore alla media nazionale, con solo il 39,1% delle famiglie liguri che ne dispone, sottolineando una diversa priorità nell’ambito del comfort abitativo o forse una maggiore capacità di affrontare le temperature estreme in modo naturale.
Il coordinamento tra sistemi di riscaldamento e condizionamento è presente nel 29,8% delle famiglie, indicando una ricerca di soluzioni integrate per la gestione del clima interno.

A livello infrastrutturale, si osserva una prevalenza di impianti autonomi (65,3%) rispetto a quelli centralizzati (27,8%), un dato coerente con la frammentazione territoriale e la tradizione di soluzioni individuali.
Un ulteriore 6,9% si affida a sistemi più semplici, come apparecchi fissi o portatili, evidenziando una diversità di soluzioni in relazione alle condizioni abitative e alle capacità economiche.

In sintesi, il quadro energetico delle famiglie liguri riflette una combinazione di fattori storici, geografici ed economici, con una rinnovata attenzione alla biomassa come fonte di riscaldamento, pur in un contesto di sfide legate all’accessibilità economica e alla sostenibilità ambientale.

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