La difficoltà nell’attrarre e trattenere personale medico nel Molise rappresenta una sfida sistemica che mina la tenuta stessa del sistema sanitario regionale.
La carenza di professionisti, che si manifesta con reparti sottodimensionati e difficoltà operative, non è un fenomeno recente, ma un sintomo di una crisi profonda, alimentata da un complesso intreccio di fattori storici, economici e gestionali.
La recente comunicazione dell’Azienda Sanitaria Regionale (ASRem) può essere interpretata come una ammissione, seppur velata, della gravità della situazione e delle limitazioni operative derivanti da questa carenza strutturale.
La radice del problema affonda le origini nel blocco del ricambio generazionale disposto nel 2009 e protratto fino al 2017, un periodo cruciale in cui l’invecchiamento del personale medico non è stato adeguatamente compensato da nuove assunzioni.
Questo si è sovrapposto a un contesto di austerity imposto dal Piano di Rientro dal Disavanzo Sanitario a partire dal 2007, e successivamente aggravato dalla gestione commissariale.
Queste misure hanno inevitabilmente limitato la capacità dell’ASRem di attrarre talenti e investire in risorse umane, generando un circolo vizioso di sotto-finanziamento e difficoltà operative.
La risposta dell’ASRem, negli ultimi anni, si è manifestata attraverso una serie di iniziative, tra cui bandi e avvisi per coprire posizioni in aree cruciali come oncologia, pediatria, psichiatria, emodinamica e ortopedia.
Tuttavia, l’efficacia di questi sforzi è stata finora limitata, con un’adesione spesso insufficiente e una prevalenza di specializzandi, il che evidenzia una lacuna nella formazione specialistica regionale.
L’azienda ha dovuto ricorrere a soluzioni emergenziali, come l’impiego di medici pensionati con incarichi a tempo determinato e l’apertura a professionisti provenienti dall’estero, attraverso il decreto Calabria, in particolare dal Venezuela.
Queste misure, pur contribuendo a tamponare la situazione, non rappresentano una soluzione strutturale e comportano costi elevati in termini di sostenibilità e continuità delle cure.
L’attuale focalizzazione sui singoli presidi ospedalieri, come l’Ospedale “Veneziale” di Isernia, con bandi dedicati specificamente alla ricerca di anestesisti e medici, riflette una necessità impellente di garantire la copertura immediata delle esigenze più urgenti.
Tuttavia, è fondamentale riconoscere che una soluzione duratura richiede un ripensamento radicale del modello di governance del sistema sanitario molisano, che deve superare la logica dell’emergenza e investire in un piano strategico a lungo termine.
Questo piano deve includere misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro dei medici, garantire una retribuzione competitiva, favorire la formazione specialistica e creare un ambiente professionale stimolante e attrattivo.
È essenziale un impegno istituzionale a livello regionale e nazionale per sostenere il sistema sanitario molisano e assicurare ai cittadini il diritto a cure di qualità, indipendentemente dal luogo di residenza.
Il futuro della sanità molisana dipende dalla capacità di costruire un sistema resiliente, innovativo e orientato al benessere dei suoi professionisti e dei suoi cittadini.






