venerdì 10 Ottobre 2025
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Emergenza Zoonosi in Alto Adige: FCO e MLB minacciano l’allevamento.

Emergenza Zoonosi in Alto Adige: la Febbre Catarrale degli Ovini e le Implicazioni per l’AllevamentoL’Alto Adige, regione alpina rinomata per la sua produzione agricola di eccellenza, si confronta con una nuova sfida sanitaria: la rilevazione di casi positivi di Febbre Catarrale degli Ovini (FCO), tradizionalmente assente nel territorio, e la concomitante comparsa di casi di Malattia della Lingua Blu (MLB) in vitelli del Renon. La situazione, pur complessa, offre anche spunti di riflessione strategica per il futuro della sanità animale e delle pratiche di allevamento.
La Febbre Catarrale degli Ovini, classificata come epizoozia, rappresenta un’infezione virale particolarmente insidiosa per i ruminanti, inclusi pecore, capre e, in misura minore, bovini.

La trasmissione avviene principalmente tramite Culicoides, piccoli ditteri ematofagi la cui proliferazione è favorita dalle condizioni climatiche umide e temperate tipiche delle zone alpine.
I sintomi clinici variano in gravità, ma spesso includono febbre alta, edema e emorragie, soprattutto a livello della bocca e della lingua, conferendo all’animale l’aspetto caratteristico che dà il nome alla malattia.
L’eziologia della FCO, un virus appartenente alla famiglia *Reoviridae*, determina un impatto significativo sulla produttività degli allevamenti, con conseguenti perdite economiche dovute a riduzione della produzione di latte e carne, aborti e mortalità.

La presenza della MLB, un’altra zoonosi trasmessa dallo stesso vettore Culicoides, nei vitelli del Renon, sebbene prevedibile in un contesto regionale circostante già affetto dalla malattia, sottolinea la necessità di un approccio integrato nella gestione delle malattie trasmesse da vettori.
Il veterinario provinciale Paolo Zambotto evidenzia come la situazione attuale, pur richiedendo prontezza d’azione, elimini la necessità di pratiche preventive come la vaccinazione obbligatoria per gli animali che hanno avuto contatti con aree infette e l’obbligo di controlli approfonditi per quelli che ritornano dagli alpeggi.
L’Assessore Provinciale all’Agricoltura, Luis Walcher, ha sottolineato l’importanza di una risposta tempestiva e ponderata, che privilegia il monitoraggio mirato, la comunicazione trasparente e il supporto concreto alle aziende colpite.

Un approccio proattivo, basato sulla sorveglianza epidemiologica e sull’implementazione di misure di controllo dei vettori, è cruciale per limitare la diffusione delle malattie e mitigare le ripercussioni sul settore agricolo.
La sfida attuale non si limita alla gestione dell’emergenza, ma impone una riflessione più ampia sull’adattamento delle pratiche di allevamento al contesto di cambiamento climatico e alla crescente pressione esercitata da patogeni trasmessi da vettori.
L’Alto Adige, con la sua vocazione all’agricoltura di qualità e alla tutela della biodiversità, ha l’opportunità di sviluppare modelli di allevamento resilienti, basati sulla prevenzione, sulla sostenibilità e sull’innovazione tecnologica, per garantire la salute degli animali e la prosperità del settore agricolo nel lungo termine.

La ricerca di soluzioni integrate, che coinvolgano veterinari, allevatori, ricercatori e autorità sanitarie, si rivela quindi essenziale per affrontare le sfide future e preservare il patrimonio zootecnico della regione.

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