L’anniversario imminente del 105° anniversario del trasferimento dell’Alto Adige al Regno d’Italia risuona di nuove, controverse affermazioni da parte della Süd-Tiroler Freiheit, partito guidato da Eva Klotz.
Lungi dall’offrire una celebrazione del consolidamento territoriale, il partito sceglie un’immagine provocatoria, frutto di elaborazione algoritmica, per comunicare il suo posizionamento radicale: la separazione dall’Italia come condizione imprescindibile per la preservazione dell’identità linguistica e culturale del gruppo etnico tedesco e ladino.
La fotografia generata dall’intelligenza artificiale, allegata al comunicato stampa, è potente nel suo simbolismo.
Rappresenta il “ceppo di confine” – metafora del confine stesso, storicamente conteso e fonte di tensioni – liberato da pesanti catene e sollevato da un braccio meccanico, simbolo di una forza esterna e impersonale che ne determina la rimozione.
L’immagine non è una semplice denuncia, ma una dichiarazione di intenti: una volontà di interrompere un processo storico percepito come lesivo della dignità e dell’autodeterminazione del popolo sudtirolese.
Questa non è la prima volta che la Süd-Tiroler Freiheit ricorre all’intelligenza artificiale per veicolare il proprio messaggio.
Precedentemente, un’altra immagine generata digitalmente aveva scatenato un acceso dibattito, raffigurando l’abbattimento del Monumento alla Vittoria, emblema dell’annessione e quindi, secondo la visione del partito, un’imposizione esterna.
L’uso della tecnologia non è casuale; il partito sembra voler sfruttare la potenza evocativa dell’immagine digitale per raggiungere un pubblico più ampio e amplificare la propria voce, bypassando i canali di comunicazione tradizionali.
L’operazione, tuttavia, solleva interrogativi complessi.
L’utilizzo di immagini generate artificialmente, pur non essendo una manipolazione della realtà, può essere percepito come una distorsione della narrazione storica, esacerbando le divisioni e alimentando un clima di polarizzazione.
Si apre un dibattito etico sull’uso dell’intelligenza artificiale in contesti politici delicati, dove la percezione della verità e la memoria collettiva giocano un ruolo cruciale.
La Süd-Tiroler Freiheit, con le sue azioni, pone al centro del dibattito non solo la questione dell’autodeterminazione, ma anche la responsabilità comunicativa e i limiti dell’espressione politica nell’era digitale, dove la linea tra realtà e simulazione si fa sempre più sfumata.
La questione, al di là delle posizioni politiche, invita a una riflessione più ampia sui processi di costruzione dell’identità e sulla rappresentazione della storia in un mondo sempre più mediato dalla tecnologia.