La comunità di Bologna è scossa dalla tragica scomparsa di Elena Panettere, ottantacinque anni, avvenuta in ospedale a seguito di gravissime ustioni riportate nella propria abitazione.
La vicenda, in corso di serrata indagine, solleva interrogativi complessi riguardanti la responsabilità nell’assistenza a persone fragili e le dinamiche dell’invecchiamento e della demenza senile.
Elena Panettere, residente in via Panigale, in una zona periferica della città, era affetta da demenza senile, una condizione neurodegenerativa progressiva che compromette la cognizione, la memoria e la capacità di giudizio.
Questa patologia, tipica dell’età avanzata, la rendeva particolarmente vulnerabile e dipendente dall’assistenza di figure esterne.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente si è verificato venerdì mattina, quando l’anziana, apparentemente nel tentativo di prepararsi la colazione, si è avvicinata troppo a una fonte di calore, riportando ustioni di gravità tale da richiedere il ricovero in ospedale.
Il decesso è sopraggiunto dopo cinque giorni di ricovero, in un contesto di sofferenza fisica e psicologica.
La posizione della badante, convivente con la defunta, è attualmente al centro dell’indagine per presunto abbandono di persona incapace, un reato particolarmente grave che presuppone la mancata assistenza a una persona vulnerabile e non in grado di provvedere a sé stessa.
Le indagini mirano ad accertare il ruolo della badante nelle circostanze che hanno portato all’incidente e nei giorni successivi, focalizzandosi in particolare sul tempo trascorso tra il momento in cui la badante è venuta a conoscenza delle ustioni e il momento in cui ha richiesto l’intervento dei soccorsi.
A segnalare l’emergenza è stato il figlio di Elena Panettere, il quale, recandosi presso l’abitazione della madre, l’ha trovata in stato di dolore e con indumenti apparentemente regolari, circostanze che hanno contribuito ad aumentare i dubbi sulla tempestività dell’intervento.
L’autopsia, disposta d’urgenza, si propone di stabilire con precisione le cause del decesso e di fornire elementi utili a chiarire la dinamica dell’incidente.
L’inchiesta, condotta dalla polizia, dovrà inoltre fare luce sulle condizioni di vita dell’anziana, sul rapporto con la badante e sulla qualità dell’assistenza fornita.
Il caso solleva, al di là della responsabilità penale, importanti riflessioni sulla gestione dell’assistenza domiciliare per persone affette da demenza, sulla necessità di una formazione specifica per gli operatori e sull’importanza di un costante monitoraggio da parte delle famiglie e dei servizi sociali.
La vicenda rappresenta, purtroppo, un campanello d’allarme su un tema sempre più rilevante nel nostro Paese, dove la popolazione anziana è in costante crescita e le risorse dedicate all’assistenza domiciliare spesso risultano insufficienti.