La Via di Francesco, o PerugiAssisi, si configura non semplicemente come un percorso fisico, ma come un laboratorio di speranza, un crogiolo di intenzioni pacifiche in cui convergono individui animati da una profonda aspirazione alla concordia.
Quest’anno, l’evento assume una valenza ancora più significativa con la partecipazione di oltre duemila bambini, un’onda di innocenza che si propaga da Bastia Umbra fino a Santa Maria degli Angeli, portando con sé un messaggio universale: il sogno di pace per l’umanità, offerto in segno di devozione a Maria e a San Francesco.
Questo annuncio è stato espresso da Padre Enzo Fortunato, figura di spicco della Rivista Piazza San Pietro e presidente del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini, durante un incontro promosso da Articolo 21, un’iniziativa riflessiva intitolata “Disarmare le parole per disarmare le menti, per disarmare la terra”.
L’eco di questa iniziativa è un invito a interrogarsi: chi risponde all’ultimo, pressante appello di Papa Francesco?Padre Fortunato, nel suo dialogo con la stampa, ha evidenziato un concetto cruciale: la necessità urgente di un cambiamento di prospettiva, di una revisione radicale dei nostri modi di pensare e agire.
Il suo invito è quello di accogliere l’educazione che proviene dai bambini, da quelle anime pure che, con la loro semplice innocenza, ci costringono a confrontarci con le nostre responsabilità, spesso evitate o rimandate.
I bambini, in virtù della loro vulnerabilità e della loro apertura al mondo, possiedono una capacità innata di percepire le ingiustizie e le disuguaglianze, e con la loro presenza ci sollecitano a una profonda riflessione etica.
La Via di Francesco, in questa ottica, diventa un percorso di formazione reciproca, un’occasione per gli adulti per imparare dai più giovani, per abbandonare le rigidità del pensiero e per riscoprire i valori fondamentali dell’umanità: la compassione, la solidarietà, il rispetto per ogni forma di vita.
Il gesto di depositare un sogno di pace ai piedi di Maria e San Francesco simboleggia la volontà di affidare questo sogno a figure che hanno incarnato i principi di umiltà, semplicità e amore per il prossimo.
Non si tratta di un atto puramente religioso, ma di un gesto universale che coinvolge persone di ogni fede e di ogni cultura, unite dalla speranza di un mondo più giusto e pacifico.
La partecipazione dei bambini rafforza questo messaggio, sottolineando che il futuro dell’umanità risiede nelle mani dei più giovani e che è loro compito custodire e trasmettere i valori che ci guideranno verso un destino migliore.
L’evento si pone quindi come un monito e una sfida: disarmare le parole per disarmare le menti, affinché la terra possa finalmente fiorire in armonia.