sabato 11 Ottobre 2025
24.9 C
Cagliari

Contrazione creditizia in Sardegna: PMI soffocate dai costi

Un’analisi approfondita della contrazione creditizia e dei costi finanziari per le PMI sarde: un divario persistente e le prospettive futureIl tessuto imprenditoriale sardo, ricco di storia e potenzialità, si trova da decenni a fronteggiare una sfida strutturale: l’accesso al credito.
Le micro, piccole e medie imprese (PMI) dell’Isola, pilastro dell’economia regionale, sono oggetto di una contrazione dei finanziamenti che ne ostacola la crescita e l’innovazione, un problema acuito da costi finanziari significativamente più elevati rispetto alla media nazionale.

I dati recenti, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, evidenziano una diminuzione del 3,7% dei prestiti erogati alle PMI sarde (fino a 20 dipendenti) rispetto a giugno dell’anno precedente, in netto contrasto con l’aumento dell’1,6% dei finanziamenti destinati ad altre attività.

Questo divario sottolinea una disomogeneità nella ripresa economica e una difficoltà intrinseca per le imprese di minori dimensioni ad accedere al capitale necessario per investimenti, sviluppo e mantenimento della competitività.

La distribuzione dei finanziamenti riflette una polarizzazione settoriale: i servizi (54,6%) e il manifatturiero (31,6%) assorbono la maggior parte delle risorse, seguiti dalle costruzioni (8%) e dall’agricoltura (5,7%).

Sebbene si osservi una crescita in settori chiave come l’innovazione digitale, l’energia e le attività professionali, settori cruciali come l’estrazione mineraria, la fabbricazione di macchinari e la moda mostrano un preoccupante calo nei finanziamenti ricevuti, segnalando potenziali fragilità e difficoltà strutturali.

Il quadro si fa ancora più complesso quando si considerano i tassi di interesse applicati.
Il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAE) medio per le PMI sarde si attesta all’11,37%, un valore che supera di quasi cinque punti percentuali rispetto alla media nazionale (6,61%) applicata alle imprese di maggiori dimensioni.
Questa disparità genera un significativo “gap” finanziario che penalizza le PMI sarde, limitandone la capacità di investimento e rendendo più oneroso il servizio del debito.
La Sardegna si posiziona al secondo posto nella classifica regionale per costi finanziari, seguita dalla Calabria, evidenziando un problema strutturale che affligge il Sud Italia.
L’analisi delle fonti di finanziamento rivela una crescente dipendenza dall’autofinanziamento (83,2%), una risposta pragmatica alle difficoltà di accesso al credito bancario.
Sebbene questo indichi una capacità di resilienza da parte delle imprese, evidenzia anche una limitata capacità di pianificare investimenti di lungo termine e di perseguire strategie di crescita ambiziose.
La diminuzione del ricorso al credito bancario a medio e lungo termine e l’utilizzo di finanziamenti a breve termine testimoniano una cautela diffusa e una crescente incertezza riguardo al futuro.
Nonostante le difficoltà, le PMI sarde hanno sfruttato le linee di credito dedicate agli investimenti digitali (64,1%) e green (25,5%), dimostrando una volontà di adeguarsi alle nuove sfide del mercato e di abbracciare la transizione verso un’economia più sostenibile.
Tuttavia, l’utilizzo di incentivi e agevolazioni pubbliche rimane limitato (6,4%), indicando una potenziale lacuna nell’accesso a strumenti di supporto governativo.
In conclusione, la situazione delle PMI sarde richiede un’azione concertata a livello regionale e nazionale.

È necessario implementare misure volte a ridurre il costo del credito, a semplificare l’accesso ai finanziamenti e a promuovere l’educazione finanziaria delle imprese.
Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile superare le barriere strutturali che limitano la crescita del tessuto imprenditoriale sardo e garantire un futuro prospero per l’economia regionale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -