Un episodio grave di bullismo e discriminazione razziale ha scosso la comunità scolastica di Casarano, in provincia di Lecce, portando a indagare quattro studenti, di cui tre diciassetteenni e uno sedicenne, per minacce aggravate e istigazione a delinquere, reati motivati da pregiudizi etnici.
La vicenda, riportata da La Repubblica Bari, emerge da una denuncia presentata da un giovane studente di origini senegalesi, vittima di un clima di crescente ostilità e intimidazioni all’interno del liceo scientifico frequentato.
Le dinamiche di violenza verbale e psicologica, secondo le indagini condotte dai Carabinieri sotto la supervisione della procuratrice capo dei minori, Simona Filoni, e della sostituta Paola Guglielmi, si sono protratte non solo durante l’orario scolastico, ma anche in contesti esterni, configurando un quadro allarmante di comportamenti aggressivi e discriminatori.
La gravità del fenomeno ha spinto la vittima a cambiare istituto nell’inverno precedente, segnando una profonda cesura nel suo percorso educativo e personale.
La storia del giovane, tuttavia, è intrisa di ulteriori sofferenze.
Arrivato in Italia nel 2019, fuggendo da un paese d’origine segnato da instabilità e conflitti, dove tuttora vive il padre, il ragazzo si è trasferito in Salento con la madre e la sorella, trovando inizialmente rifugio e assistenza presso uno zio.
La perdita prematura della madre e dello zio, avvenuta durante la pandemia, ha innescato una spirale di difficoltà, culminata con l’imposizione di abbandonare gli studi.
La sua scelta di rivolgersi direttamente alla Procura, raccontando la sua drammatica situazione, ha generato un intervento d’urgenza che lo ha portato all’allontanamento dalla famiglia di fatto e al trasferimento in una comunità di accoglienza.
Il ritorno a scuola, in questo contesto di fragilità e vulnerabilità, è stato segnato da ulteriori episodi di bullismo e discriminazione, che hanno portato alla denuncia e all’apertura delle indagini.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulle dinamiche dell’inclusione scolastica, sulla necessità di rafforzare la prevenzione del bullismo e della discriminazione, e sull’importanza di garantire un supporto psicologico adeguato agli studenti vittime di violenza.
L’udienza preliminare è stata fissata per l’8 gennaio prossimo, e il processo si preannuncia cruciale per comprendere a fondo le responsabilità e le motivazioni alla base di questo episodio doloroso.
Il racconto del ragazzo, conclusosi con una nota di speranza e gratitudine per l’accoglienza ricevuta dai nuovi compagni e per l’apprezzamento delle insegnanti, testimonia la resilienza umana e la possibilità di ricostruire un percorso di crescita e integrazione dopo aver subito traumi e ingiustizie.
La sua testimonianza, inoltre, rappresenta un monito per la comunità scolastica e per l’intera società, invitando a riflettere sulle radici del pregiudizio e sull’imperativo di costruire un futuro più giusto e inclusivo.