La Marcia Perugia-Assisi, un simbolo di speranza e dialogo interculturale, si è animata quest’anno con un’energia palpabile, attirando una folla di partecipanti che supera le aspettative.
L’evento, radicato in un profondo desiderio di pace e riconciliazione, si snoda attraverso il cuore dell’Umbria, evocando l’iconico messaggio di John Lennon: “Imagine all the people living life in peace”.
La colonna portante della marcia, un imponente striscione che proclama “Fraternità”, sventola come un vessillo di inclusione, affiancato da un drappo dai colori vibranti, un ponte visivo tra l’arcobaleno che simboleggia la diversità e i colori della Palestina, a testimonianza di un impegno concreto verso la giustizia e la solidarietà.
Questa scelta cromatica, potente e suggestiva, sottolinea l’attenzione verso le comunità più vulnerabili e le loro aspirazioni alla dignità.
L’edizione corrente si distingue per la sua partecipazione massiccia, un segnale incoraggiante in un’epoca segnata da conflitti e divisioni.
Non si tratta solo di una manifestazione popolare, ma di un vero e proprio movimento sociale che coinvolge persone di ogni età, provenienza e credo.
Assieme a loro, si muovono rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali, come la Presidente della Regione Stefania Proietti, il Presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti e la Sindaca Vittoria Ferdinandi, a sottolineare il sostegno delle autorità locali a un’iniziativa che promuove valori fondamentali come la tolleranza, il rispetto reciproco e la ricerca di soluzioni pacifiche alle controversie.
La presenza di figure politiche di diversi schieramenti testimonia l’aspirazione a un dialogo costruttivo che trascenda le barriere ideologiche e si concentri sul bene comune.
La Marcia Perugia-Assisi non è un semplice pellegrinaggio, ma un atto politico e sociale di profondo significato.
È un invito a riflettere sulle cause della guerra e della violenza, e a promuovere attivamente la cultura della pace e della convivenza pacifica.
L’arrivo ad Assisi, città simbolo di spiritualità e incontro tra le religioni, rappresenta un momento di culminazione, un’occasione per rinnovare l’impegno verso un futuro più giusto e solidale, in cui l’umanità possa finalmente vivere in armonia.
La manifestazione, dunque, incarna un’utopia concreta, un sogno condiviso che si traduce in azioni quotidiane a favore di un mondo migliore.