Un atto di violenza gratuita, consumato in pieno giorno nei parcheggi di un supermercato a Dolianova, ha scosso la comunità cagliaritana, sollevando interrogativi inquietanti sulla deriva comportamentale di alcuni giovani e sulla fragilità percepita, se non effettiva, di chi è vittima di tali azioni.
Un sessantaduenne in sella alla sua bicicletta è stato brutalmente aggredito, spinto e calciato a terra, mentre un gruppo di persone, con una drammatica assenza di empatia, immortalava l’aggressione con un dispositivo di registrazione, trasformando un momento di sofferenza in materiale da condividere sui social media.
L’episodio, accaduto in via Zuddas, ha immediatamente generato indignazione e preoccupazione, amplificata dalla rapida diffusione del video sui social network.
La viralità dei filmati, paradossalmente, ha facilitato l’operazione dei Carabinieri, che hanno potuto individuare e identificare i responsabili: due minorenni, il cui gesto appare come un’espressione di bullismo particolarmente aggressivo e diseducativo.
La scelta dell’uomo di non sporgere denuncia, pur comprensibile alla luce del trauma subito e forse di una sorta di rassegnazione, presenta un elemento di riflessione più ampio.
Suggerisce una difficoltà, forse una paura, di affrontare il sistema giudiziario, o una speranza che gli aggressori possano rendersi conto della gravità delle loro azioni e correggere il loro comportamento.
Tuttavia, l’assenza di una denuncia non impedisce alle autorità di indagare e di perseguire i responsabili, soprattutto in presenza di un’aggressione fisica.
I Carabinieri stanno attualmente conducendo ulteriori accertamenti per accertare se siano stati coinvolti altri individui e per ricostruire con precisione la dinamica dell’aggressione, i moventi e le motivazioni alla base di un gesto tanto inqualificabile.
La vicenda, al di là della punizione dei singoli responsabili, pone l’accento sulla necessità di un’azione educativa più incisiva e mirata, volta a contrastare la cultura della violenza e a promuovere il rispetto e la solidarietà.
Il coinvolgimento del Tribunale per i Minorenni e dei servizi sociali del Comune di Dolianova sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo il sistema giudiziario, ma anche le famiglie, le scuole e l’intera comunità.
È fondamentale analizzare le cause profonde di un comportamento così riprovevole, che spesso affonda le radici in dinamiche familiari disfunzionali, in influenze negative del contesto sociale e in una perdita di valori che rischia di compromettere il futuro dei nostri giovani.
L’episodio di Dolianova rappresenta un campanello d’allarme che impone una riflessione seria e un’azione concreta per restituire ai nostri giovani la possibilità di crescere in un ambiente sicuro, rispettoso e improntato alla legalità.
La fragilità percepita della vittima, esacerbata dalla crudeltà degli aggressori e dall’indifferenza di alcuni spettatori, amplifica l’urgenza di un cambiamento culturale profondo e duraturo.







