mercoledì 15 Ottobre 2025
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Terre Mascherate: Inchiesta sul falso in Piemonte e Puglia

Un’operazione giudiziaria complessa e di ampio respiro ha scosso il panorama della gestione ambientale in Piemonte e Puglia, portando alla luce un presunto sistema di manipolazione documentale volto a eludere le normative e a massimizzare i profitti nel settore edile e del movimento terra.
L’indagine, denominata “Terre Mascherate” e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Torino, ha portato all’esecuzione di perquisizioni in diverse sedi, svelando un intreccio di responsabilità che coinvolge sei società specializzate e alcuni professionisti del settore.
Al centro dell’inchiesta vi è l’ipotesi di un’associazione a delinquere che operava attraverso la falsificazione di rapporti di prova chimico-analitici relativi a terre e rocce di scavo contaminate.

Queste analisi, cruciali per determinare la natura e il destino dei materiali, venivano alterate in modo da farli apparire conformi ai limiti di legge, consentendo così la loro riqualificazione come “sottoprodotti” invece che come “rifiuti speciali”.

Questa distinzione ha implicazioni economiche significative, poiché i sottoprodotti sono soggetti a regolamentazioni meno stringenti e possono essere riutilizzati, mentre i rifiuti speciali richiedono costosi trattamenti di smaltimento.
L’indagine, avviata nel dicembre 2024, ha beneficiato dell’analisi approfondita di numerose segnalazioni provenienti dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (ARPA Piemonte), che aveva già espresso preoccupazioni riguardo a pratiche simili a partire dal 2017.
La collaborazione tra i Carabinieri del Noe di Torino, il gruppo per la Tutela ambientale e la sicurezza energetica di Milano, i tecnici di Accredia (l’ente nazionale di accreditamento dei laboratori) e gli esperti informatici della Procura di Torino, evidenzia la natura multidisciplinare e la complessità dell’operazione.
Le accuse nei confronti degli indagati spaziano dalla falsità ideologica in atto pubblico alla violazione del Testo Unico Ambientale, fino alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
L’ipotesi è che le alterazioni dei dati analitici non si limitassero alla gestione delle terre e delle rocce provenienti da cantieri edili, ma abbiano coinvolto anche pratiche di bonifica ambientale di terreni agricoli, con la possibile manipolazione dei livelli di contaminanti come nichel, cromo, idrocarburi pesanti e amianto.

Questa operazione rivela una falla preoccupante nel sistema di controlli ambientali, mettendo in discussione l’affidabilità delle analisi di laboratorio e l’integrità dei professionisti del settore.
Le conseguenze di tali manipolazioni possono essere gravi, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la salute pubblica e per l’ambiente, poiché l’utilizzo di materiali contaminati può comportare rischi significativi per la sicurezza dei lavoratori, per la qualità del suolo e delle acque, e per la biodiversità.
L’inchiesta “Terre Mascherate” apre ora una fase cruciale di accertamenti e analisi documentali, con l’obiettivo di ricostruire l’intera filiera delle manipolazioni e di individuare tutti i responsabili di questa presunta attività illecita.

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