mercoledì 15 Ottobre 2025
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Italia a rischio: danni da eventi estremi superano i 253 miliardi.

L’Italia, paese intrinsecamente plasmato da una complessa orografia e una posizione sismica precaria, si confronta con una crescente vulnerabilità a eventi naturali estremi.

Un’analisi approfondita, frutto della collaborazione tra Unipol e Deloitte, rivela un quadro allarmante: i danni diretti accumulati negli ultimi cinquant’anni superano i 253 miliardi di euro, una cifra destinata a salire vertiginosamente se non si interviene con urgenza.
Proiezioni realistiche stimano che, in assenza di misure preventive adeguate, i costi derivanti da eventi catastrofici nei prossimi 50 anni potrebbero raggiungere la cifra spaventosa di 590 miliardi di euro.

Questa esposizione al rischio colloca l’Italia in una posizione di primaria criticità all’interno del panorama europeo.
Nonostante rappresenti una frazione relativamente modesta del totale degli eventi naturali che colpiscono il continente (circa il 7%), il paese concentra su di sé una quota sproporzionata dei danni diretti, superando il 30%.

Questa disparità riflette una combinazione di fattori geografici, antropici e infrastrutturali che amplificano l’impatto di questi fenomeni.
La fragilità del territorio italiano è palpabile.
Il 95% dei comuni è soggetto a rischio idrogeologico, un dato che sottolinea la necessità impellente di interventi di mitigazione delle piene, di riqualificazione dei versanti e di gestione sostenibile delle risorse idriche.
Allo stesso modo, il 35% della popolazione risiede in aree a elevata pericolosità sismica, mentre un ulteriore terzo è esposto a un rischio sismico medio, evidenziando la vulnerabilità di un’ampia fetta della popolazione.
A ciò si aggiunge la significativa incidenza del rischio di frane, che interessa quasi un quarto del territorio nazionale (23%).

L’investimento in prevenzione emerge come la strategia più efficace per contenere i costi futuri.

Lo studio suggerisce che un impegno annuale di 5 miliardi di euro, in linea con le risorse storicamente destinate alla ricostruzione post-disastro, potrebbe generare un risparmio complessivo di ben 246 miliardi di euro.
Questo dato, quantificando un ritorno di 11 euro per ogni euro investito, mette in luce il potenziale trasformativo di un approccio proattivo.

L’attenzione non deve concentrarsi unicamente sulla riparazione dei danni, ma sulla riduzione della loro probabilità e intensità.

Il ruolo delle compagnie assicurative è stato richiamato in causa dal governo, ponendole al centro di un modello di protezione e ripartizione economica dei territori colpiti.

Tuttavia, questa responsabilità non può essere assoluta e richiede un approccio integrato e partecipativo, che coinvolga attori pubblici e privati in una governance condivisa.

Il Natural Risk Forum si propone come piattaforma per promuovere questo confronto e sviluppare modelli di gestione del rischio più efficaci e sostenibili, mirando a una visione collettiva e lungimirante per la resilienza del paese.
In definitiva, la sfida è trasformare una vulnerabilità strutturale in un’opportunità di innovazione e sviluppo, garantendo un futuro più sicuro e prospero per l’Italia.

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