mercoledì 15 Ottobre 2025
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Calabria: Sanità al collasso, ultima in Italia.

La Calabria si posiziona, con un punteggio di 3,2 su 10, in una posizione di profonda criticità nel panorama sanitario nazionale, secondo il Meridiano Sanità Regional Index 2025.

Questa performance, ben al di sotto della media nazionale (6,1) e distanziata dalle regioni settentrionali, non è un mero dato statistico, ma il sintomo di un sistema complesso, stratificato e afflitto da problematiche strutturali che impattano direttamente sulla qualità e sull’aspettativa di vita dei suoi residenti.
L’analisi del Teha Group, alla base della classifica, rivela una frattura demografica particolarmente grave: l’aspettativa di vita in buona salute si attesta a soli 53,4 anni, una cifra drammaticamente inferiore rispetto ai 69,7 della provincia di Trento, leader in questo indicatore cruciale.

Questa differenza non riflette solo diversità geografiche o ambientali, ma esprime disuguaglianze profonde nell’accesso a cure adeguate, stili di vita e condizioni socio-economiche.
Pur registrando un lieve incremento nell’aspettativa di vita alla nascita (82,3 anni, contro gli 82,0 del 2024), questo dato va interpretato con cautela, poiché non compensa la carenza di anni trascorsi in condizioni di salute ottimale.

Un campanello d’allarme significativo è rappresentato dal tasso di mortalità infantile (3,6 decessi ogni mille nati), superiore alla media nazionale (2,5).

Questo dato incide profondamente sul tessuto sociale e sulla fiducia nel sistema sanitario.
Parallelamente, la mortalità standardizzata per età, seppur in lieve miglioramento (11,9 decessi ogni mille abitanti rispetto ai 12,2 dell’anno precedente), rimane un indicatore di fragilità che richiede un’azione decisa.

Il carico di malattie croniche, un fattore determinante per la qualità della vita e la sostenibilità del sistema sanitario, evidenzia progressi – con un punteggio di 6,8 su 10, in aumento rispetto al 4,5 del 2024 – ma che non cancellano la persistente elevata prevalenza di comorbidità (23,8% della popolazione affetta da almeno due patologie croniche).

Questo scenario riflette spesso ritardi nella diagnosi, scarsa aderenza alle terapie e una carenza di programmi di gestione integrata delle malattie croniche.

La disparità nell’accesso alle cure rappresenta un’altra ferita aperta.

I tassi di copertura degli screening oncologici organizzati – pilastri fondamentali della prevenzione secondaria – sono tra i più bassi d’Italia: solo il 13,4% per la mammografia, il 6,3% per il cancro colorettale e il 12,4% per il cancro cervicale.
Questi dati tradotto in vite perse e sofferenze evitabili.

L’analisi organizzativa rivela un fenomeno di “fuga” di pazienti verso il centro-nord, che si traduce in un pesante saldo economico negativo (-191,9 milioni di euro nel 2023) e un Indice di soddisfazione della domanda interna (Isdi) pari a 0,81, indice di una profonda inadeguatezza del sistema a rispondere ai bisogni della popolazione.
La mobilità sanitaria, lungi dall’essere un semplice indicatore economico, è sintomo di una perdita di fiducia nelle strutture sanitarie locali e un segnale di disagio sociale.
Il rapporto Meridiano Sanità Regional Index 2025 conferma, quindi, l’eterna dicotomia Nord-Sud, ma non come un dato statico e immutabile.
La Calabria, e più in generale le regioni meridionali, si trovano a dover affrontare sfide complesse: potenziamento della prevenzione primaria e secondaria, investimento in infrastrutture sanitarie all’avanguardia, riorganizzazione e ottimizzazione dei processi assistenziali, e, soprattutto, un profondo cambiamento culturale che metta il paziente al centro del sistema.
I lievi segnali di miglioramento su alcuni indicatori demografici e di mortalità rappresentano una flebile speranza, ma richiedono un impegno costante e una visione strategica a lungo termine per superare le disuguaglianze e garantire a tutti i cittadini calabresi il diritto a una vita lunga e in salute.

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