mercoledì 15 Ottobre 2025
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Cagliari

Sentenza Corte Costituzionale: limiti al potere del Collegio e autonomia sarda

La recente sentenza n. 148 della Corte Costituzionale solleva interrogativi cruciali sull’equilibrio istituzionale e sui limiti di potere del Collegio regionale di garanzia elettorale, nel caso specifico della Sardegna.

La Corte, con un giudizio severo, ha ritenuto che il Collegio abbia intrapreso un’azione che ha ecceduto i confini delle sue competenze, producendo una compressione delle prerogative costituzionali attribuite alla Regione.

Il fulcro della questione risiede nella pronuncia del Collegio riguardante la decadenza dalla carica di Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.

La Corte Costituzionale ha chiarito con fermezza che non era di competenza né dello Stato, né per suo tramite del Collegio di garanzia, affermare, nella motivazione di un’ordinanza, l’obbligatorietà della decadenza del candidato eletto e impartire disposizioni vincolanti al Presidente del Consiglio Regionale per l’esecuzione di tale provvedimento.

Tale azione, secondo la Corte, ha violato l’autonomia regionale, un principio cardine dell’ordinamento costituzionale italiano.

La sentenza n. 148 evidenzia un contrasto profondo tra l’interpretazione della legge e l’esercizio del potere da parte del Collegio di garanzia elettorale e la visione costituzionale che tutela l’autonomia regionale.

Il Collegio, apparentemente agendo nell’ambito della verifica della regolarità delle elezioni, ha invaso una sfera di competenza riservata agli organi regionali, determinando un’alterazione del processo decisionale e una limitazione delle prerogative della Regione Sardegna.
Parallelamente, la sentenza n. 149 della Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Sardegna in relazione alla decisione del Tribunale di Cagliari che aveva respinto il ricorso di Todde contro l’ordinanza-ingiunzione del Collegio di garanzia.

Questa decisione, sebbene in sé diversa, si inserisce nel quadro generale di una riaffermazione dei confini istituzionali e della necessità di rispettare l’autonomia regionale.
Le due sentenze, prese nel loro insieme, generano un dibattito ampio e complesso.

Sollevano interrogativi sulla natura del potere di controllo degli organi di garanzia elettorale, sulla loro capacità di incidere sulle decisioni degli organi regionali e, soprattutto, sull’equilibrio delicato tra la tutela della legalità e il rispetto dell’autonomia costituzionale.

Il caso Todde, quindi, si configura come un punto di svolta per la definizione dei rapporti tra Stato e Regioni, e per la rilettura dei principi fondamentali che governano l’ordinamento istituzionale italiano.
La sentenza n. 148, in particolare, impone una riflessione approfondita sull’interpretazione delle norme elettorali e sull’esercizio del potere di garanzia, al fine di evitare future compressioni dell’autonomia regionale.

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