La sospensione di 15 giorni disposta dal questore Luigi di Clemente a un bar di Porto Sant’Elpidio non è un evento isolato, ma il sigillo su una spirale di comportamenti che hanno progressivamente trasformato l’esercizio commerciale in un focolaio di microcriminalità e un potenziale pericolo per la collettività.
L’episodio precipuitante, verificatosi il 3 ottobre, ha visto l’arresto di un uomo di 50 anni, noto alle autorità per una lunga serie di precedenti legati al traffico di stupefacenti e reati personali, culminato in un violento episodio di resistenza durante il fermo.
L’arresto, frutto di un inseguimento, si è protratto a causa dell’ostruzionismo attivo del titolare del bar, il quale ha assunto un atteggiamento apertamente antagonista nei confronti delle forze dell’ordine, arrivando a comportamenti ingiuriosi e oltraggiosi che hanno deliberatamente impedito lo svolgimento dell’attività di polizia giudiziaria.
Questo fatto, tuttavia, non è giunto inatteso.
Precedenti controlli avevano ripetutamente rilevato la presenza abituale di individui gravati da una storia di reati, spesso legati all’abuso di sostanze, all’alcol e alla violazione di misure preventive imposte dalla legge.
L’accumulo di questi elementi ha portato il questore Di Clemente a concludere che l’attività commerciale si fosse trasformata in un punto di convergenza per persone con precedenti penali, suggerendo un rapporto di connivenza, se non addirittura di tolleranza, da parte del gestore.
La decisione di sospendere la licenza non è quindi una semplice sanzione amministrativa, ma una misura preventiva volta a ristabilire un clima di sicurezza e legalità nell’area residenziale interessata.
Essa rappresenta una risposta concreta alla crescente preoccupazione della comunità, che percepisce l’esercizio come un fattore di degrado sociale e un potenziale rischio per l’incolumità pubblica.
Il provvedimento mira a interrompere questa dinamica negativa, segnalando che la pubblica sicurezza prevale sul diritto di svolgere un’attività commerciale quando quest’ultima è compromessa da comportamenti che minano la convivenza civile e incentivano la criminalità.
La sospensione rappresenta un campanello d’allarme per tutti gli esercenti, ricordando che la collaborazione con le forze dell’ordine e il rispetto delle leggi sono pilastri fondamentali per la salvaguardia dell’ordine pubblico e la tutela dei cittadini.