mercoledì 15 Ottobre 2025
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Teatro in Carcere: Ancona, un Ponte tra Mondi

Ad Ancona, città ospitante per la prima volta, si conclude il terzo Festival regionale del Teatro in Carcere, un’iniziativa che si propone come ponte tra mondi spesso percepiti come distanti, il carcere e la comunità.

Il 17 ottobre, il Ridotto del Teatro delle Muse sarà il fulcro di due momenti cruciali: una tavola rotonda mattutina dal titolo “Teatro, carcere e comunità: esplorazioni di identità e reintegrazione” e, in serata, la rappresentazione teatrale “Voci e vite dalla cantina di Kafka”, un’opera che incarna l’essenza stessa del progetto.

Promosso con passione dal Garante regionale dei diritti della persona, Giancarlo Giulianelli, il festival si configura come un’azione concreta per valorizzare i percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti.
La collaborazione tra il Comune di Ancona, l’Associazione culturale universitaria Aenigma Aps (capofila del coordinamento regionale Teatro in Carcere Marche) e altre realtà locali, testimonia un impegno condiviso verso un approccio innovativo nella gestione del sistema penitenziario.

La prima fase del festival, svoltasi tra maggio e giugno, ha visto i detenuti-attori condividere sei spettacoli con un pubblico composto da studenti universitari e delle scuole superiori presso gli istituti penitenziari di Fossombrone, Pesaro, Ancona Montacuto e Ancona Barcaglione.
Questo ciclo di rappresentazioni, parte integrante del progetto, mira a disvelare la complessità dell’esperienza carceraria, umanizzando le figure spesso stigmatizzate e favorendo una riflessione critica nel pubblico.
Il progetto, come sottolineato da Giulianelli, aspira a smantellare le barriere psicologiche e fisiche che separano la società civile e il mondo carcerario.

Il teatro, in questo contesto, non è solo intrattenimento, ma un potente strumento di comunicazione, capace di creare connessioni emotive e di promuovere una cultura del rispetto, dell’empatia e della lotta contro ogni forma di discriminazione.

Si tratta di un’operazione di decostruzione dei pregiudizi, un invito a guardare al di là delle etichette.
Marta Paraventi, assessora alla Cultura del Comune di Ancona, ha espresso un vivo entusiasmo nell’accogliere il festival, riconoscendo il valore intrinseco dei percorsi laboratoriali e creativi rivolti ai detenuti.
Questi non rappresentano solo un’opportunità di espressione artistica e di crescita personale, ma un vero e proprio strumento pedagogico in grado di trasformare le dinamiche interne al carcere.

La visione proposta è quella di un carcere che trascende la mera funzione di custodia, diventando un presidio culturale vivace, un luogo dove le contraddizioni sociali vengono rielaborate e le potenzialità inespresse possono trovare sbocco in risorse costruttive.

Il teatro, in questo senso, diventa un laboratorio di cambiamento, un motore di resilienza e di speranza.

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