Accademico iraniano difende la propria innocenza in carcere a Milano

Mohammad Abedini Najafabadi, un eminente accademico iraniano, si è espresso con fermezza durante l’incontro tenutosi stamattina nel carcere di Opera in seguito al suo arresto a Malpensa il 19 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. Con il supporto legale di Alfredo de Francesco e la presenza del console dell’Iran, ha ribadito con veemenza la sua totale estraneità al terrorismo, sottolineando la sua identità di studioso impegnato nella ricerca e nell’approfondimento scientifico. La sua perplessità di fronte all’accusa mossa nei suoi confronti traspare chiaramente dalle sue parole, evidenziando una profonda incomunicabilità con le motivazioni che hanno portato al suo arresto. La comunità accademica internazionale si è mobilitata per sostenere la causa di Abedini Najafabadi, riconoscendo il suo impegno nel promuovere lo scambio culturale e scientifico tra nazioni e popoli diversi. La vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto rappresenta un caso emblematico delle complessità delle relazioni internazionali e della delicata bilancia tra sicurezza nazionale e diritti individuali. La difesa del principio di presunzione d’innocenza si erge come baluardo fondamentale in un contesto in cui le accuse infondate rischiano di minare la fiducia reciproca tra le nazioni. Il sostegno della comunità accademica globale a Mohammad Abedini Najafabadi rappresenta un atto di solidarietà verso chiunque sia ingiustamente perseguitato per le proprie idee e il proprio impegno intellettuale.

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