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mercoledì 5 Novembre 2025

Abbandono illegale di pneumatici: inchiesta sui rifiuti speciali nelle Marche.

L’ennesimo episodio di illegalità ambientale ha visto protagonisti i carabinieri forestali di Jesi (Ancona), che hanno deferito un uomo di 37 anni per l’abbandono di un consistente quantitativo di pneumatici fuori uso in un’area boschiva di Castelbellino, nel territorio marchigiano.
L’evento, che solleva interrogativi sulla gestione dei rifiuti speciali e sulla responsabilità di soggetti coinvolti in filiere apparentemente regolari, ha portato alla luce una dinamica complessa che va oltre la semplice violazione amministrativa.

L’indagine, meticolosamente condotta, ha permesso di ricostruire un percorso di trasporto e stoccaggio illecito.
Il 37enne, originario di Ercolano (Napoli), si è presentato come intermediario, raccogliendo pneumatici usati presso diverse officine gommiste dell’area napoletana.
Questi, anziché seguire il tracciato corretto verso impianti di recupero e riciclo autorizzati, sono stati caricati su un furgone noleggiato a Pompei e avviati verso Castelbellino, con l’ingannevole pretesto di una cessione a una società specializzata nella lavorazione della gomma.
Tuttavia, una parte del carico è stata venduta, mentre i restanti 41 pneumatici, ormai privi di valore commerciale per l’indagato, sono stati scaricati e abbandonati in un parco urbano, configurando un evidente reato di inquinamento ambientale.
L’ammontare della sanzione amministrativa prevista dalla legge, da mille a diecimila euro, appare quasi secondaria rispetto alla gravità del danno arrecato all’ecosistema e alla potenziale contaminazione del suolo e delle acque.

L’inchiesta, condotta con l’ausilio di testimonianze dirette, immagini di videosorveglianza comunale e dati provenienti dal sistema GPS installato sul veicolo utilizzato, ha permesso di identificare il responsabile e ricostruire le sue azioni.

Questo caso non è un evento isolato, ma riflette una problematica più ampia legata alla gestione dei rifiuti fuori uso, spesso oggetto di pratiche illegali per aggirare i costi e le normative ambientali.
L’episodio sottolinea l’importanza di un controllo più rigoroso lungo tutta la filiera, dalla raccolta allo smaltimento, e la necessità di sensibilizzare i cittadini e le imprese sull’importanza della legalità e della tutela dell’ambiente.

Le indagini in corso mirano ora a verificare se l’uomo agiva in disconnessione o come parte di un’organizzazione più ampia coinvolta in attività illecite legate alla gestione dei rifiuti speciali, con possibili ripercussioni su altri soggetti presenti nelle province di Napoli e Ancona.
Il caso solleva interrogativi cruciali sulla trasparenza delle operazioni commerciali e sulla responsabilità di tutti gli attori coinvolti nella filiera della gomma.

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