La comunità giornalistica regionale delle Marche, attraverso il Comitato dei Direttori Responsabili (CDR) e a nome di tutte le testate locali, manifesta profonda costernazione e solidarietà nei confronti di Sigfrido Ranucci e dell’intero team di *Report*, vittime di un atto di estrema gravità che colpisce nel segno non solo la libertà di informazione, ma la stessa sicurezza dei professionisti dell’informazione.
Questo gesto vile, che trascende la sfera del danneggiamento materiale, rappresenta un attacco diretto al diritto costituzionale di cronaca e di denuncia.
*Report*, con la sua storia di inchieste coraggiose e spesso scomode, ha incarnato l’impegno civile del giornalismo italiano, perseguendo la verità anche a costo di affrontare resistenze e pressioni.
L’aggressione subita non è quindi un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto di crescenti preoccupazioni relative alla sicurezza dei giornalisti, esposti a minacce e intimidazioni, in particolare quando si occupano di temi di interesse pubblico che coinvolgono interessi potenti.
La redazione del CDR delle Marche condanna fermamente questa barbarie, esortando le istituzioni a garantire una rapida ed efficace indagine per identificare e assicurare alla giustizia i responsabili.
La risposta deve essere chiara e inequivocabile, affinché un simile atto non possa più ripetersi e per rafforzare la fiducia dei giornalisti nel loro ruolo di sentinelle della democrazia.
Questa solidarietà si estende alla famiglia di Sigfrido Ranucci e a tutta la squadra di *Report*, augurando una pronta guarigione e ribadendo la ferma convinzione che il giornalismo indipendente e coraggioso sia un pilastro fondamentale per la salute della democrazia.
Il silenzio o l’acquiescenza di fronte a un simile atto rappresenterebbe una sconfitta per tutti coloro che credono nel valore della libertà di stampa e nel diritto dei cittadini ad essere informati in modo completo e veritiero.
È imperativo che l’intero sistema giudiziario, insieme alle forze dell’ordine, si adoperi con la massima priorità per tutelare i professionisti dell’informazione e per garantire un ambiente in cui possano operare in sicurezza, senza timori per la propria incolumità.
La solidarietà e la difesa del giornalismo sono, in ultima analisi, una difesa della democrazia stessa.







