Nei primi sette mesi del 2025, il tessuto economico marchigiano si è visto nuovamente gravato da un quadro allarmante riguardo alla sicurezza sul lavoro.
Le denunce di infortunio presentate all’INAIL hanno registrato un lieve decremento dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, arrivando a 10.035.
Tuttavia, questo dato apparentemente positivo è offuscato da una realtà ben più inquietante: un incremento drammatico degli incidenti mortali, che hanno visto la perdita di 16 vite umane, contro le 9 dell’anno precedente, con un’impennata del 77,8%.
Queste tragedie, che coinvolgono 11 decessi durante l’attività lavorativa e 5 in itinere, sollevano interrogativi urgenti sulla reale efficacia delle misure di prevenzione in atto.
L’analisi geografica delle perdite umane rivela una distribuzione disomogenea sul territorio regionale.
La provincia di Ancona è la più colpita, con 6 decessi, seguita da Ascoli Piceno e Fermo (3), e Macerata e Pesaro Urbino (2).
Un elemento particolarmente significativo è l’invecchiamento della forza lavoro.
Sebbene la fascia d’età maggiormente interessata rimanga quella tra i 50 e i 59 anni, si osserva una preoccupante crescita degli incidentali che coinvolgono lavoratori tra i 60 e i 74 anni (+12,3%).
Questo dato, più di un semplice numero, evidenzia i rischi intrinseci legati all’allungamento della vita lavorativa, spesso accompagnato da una progressiva riduzione delle capacità fisiche e da una potenziale carenza di aggiornamento sulle nuove normative e procedure di sicurezza.
Parallelamente, l’aumento delle denunce di infortuni non mortali presenta un quadro altrettanto complesso: Ancona guida con 3.407 casi, seguita da Pesaro Urbino (2.418), Macerata (2.128), Ascoli Piceno (1.301) e Fermo (781).
Un’altra tendenza degna di nota è l’incremento delle denunce femminili (+1,3%) e, in particolare, dei lavoratori extra UE (+19%), suggerendo una possibile correlazione con dinamiche socio-economiche complesse, come l’accesso a lavori più rischiosi o una minore familiarità con le normative sulla sicurezza.
I settori produttivi più colpiti rimangono quelli delle costruzioni, della sanità, della gomma-plastica, della pubblica amministrazione e dell’istruzione, a conferma di una sfida strutturale e continua necessità di revisione delle pratiche di sicurezza in settori caratterizzati da alta intensità di lavoro e da complessità operativa.
Le malattie professionali, pur segnando una leggera diminuzione delle denunce (da 4.934 a 4.832), continuano a rappresentare una problematica cronica e ad ampio impatto, con la stragrande maggior parte dei casi che riguardano uomini (71,6%) e lavoratori italiani (8 altri fattori rilevanti sono il quadro demografico indicativo delle nuove sfide che il sistema produttivo marchigiano deve affrontare, con un aumento delle segnalazioni di infortuni e malattie professionali in alcune aree geografiche indicate, come Ascoli Picuno e Pesaro Urbino, suggerisce che le sfide sono specifiche e necessarie soluzioni personalizzate in tali, una crescente necessità di indagini approfondite a un aumento della complessità organizzative.
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“Un quadro che richiede una riflessione profonda e azioni concrete,” ha dichiarato Guido Bianchini, past president Cocopro Inail di Ascoli Piceno.
“La sicurezza sul lavoro non è un lusso, ma un diritto fondamentale.
Non possiamo più permetterci di sacrificare vite umane sull’altare del profitto.
Investimenti mirati nella prevenzione, nella formazione continua e nella promozione di una cultura della sicurezza diffusa sono imprescindibili per garantire un futuro in cui nessuno debba più perdere la vita o subire danni irreparabili a causa del proprio lavoro.
“