martedì 14 Ottobre 2025
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Alluvione Marche: Processo per le Vittime, Richiesta di Risarcimenti Milionari

Il tragico evento del 15 settembre 2022, che ha investito il territorio marchigiano con una violenza inaudita, ha lasciato un solco profondo nella comunità, segnando l’esistenza di intere famiglie e mettendo a nudo fragilità strutturali e carenze nella gestione del rischio idrogeologico.

L’alluvione, che ha colpito duramente le aree di Senigallia e dell’hinterland pesarese, si è tradotta in un bilancio di 13 vite spezzate e un patrimonio distrutto, scatenando un complesso iter legale volto a far luce sulle responsabilità e a garantire un adeguato risarcimento alle vittime.

La giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di L’Aquila, Jolanda Di Rosa, ha formalmente riconosciuto l’ammissione di oltre duecento parti civili nel processo, una manifestazione tangibile del dolore e della ricerca di giustizia che anima la popolazione.

Tra queste, spicca la figura di Tiziano Luconi, il padre di Mattia, il piccolo di otto anni strappato alla vita dalla furia delle acque del fiume Nevola a Barbara, Ancona.
La richiesta di risarcimento danni, cumulandosi tra tutte le parti offese, raggiunge cifre considerevoli, stimabili in decine di milioni di euro.
Il cuore del contenzioso legale ruota attorno alla determinazione delle responsabilità.
Le parti civili hanno esercitato il diritto di citare in giudizio sei enti, ritenuti corresponsabili della catastrofe.

La Regione Marche, in qualità di vertice dell’organizzazione territoriale, è chiamata a rispondere delle politiche di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.

La Provincia di Ancona, con le proprie competenze in materia di infrastrutture e pianificazione territoriale, è al centro dell’attenzione.

Il Comune di Serra de’ Conti, in quanto autorità locale con la responsabilità diretta della sicurezza dei cittadini, è anch’esso coinvolto.

Di particolare rilevanza è la presenza nel processo del Consorzio di Bonifica, ente deputato alla manutenzione dei corsi d’acqua e alla gestione delle opere di sbarramento e canalizzazione.

L’accusa si concentra sull’efficacia delle attività di manutenzione, sulla capacità di prevedere l’evoluzione degli eventi meteorologici e sulla prontezza nell’adottare misure di mitigazione del rischio.
L’inclusione di due società partecipate dal Consorzio di Bonifica amplia ulteriormente la gamma di attori chiamati a rispondere delle proprie azioni e omissioni.
Il processo, lungi dall’essere una mera questione economica, rappresenta un momento cruciale per l’intera comunità marchigiana.

Si tratta di un’occasione per rianalizzare le strategie di prevenzione del rischio idrogeologico, per rafforzare la collaborazione tra gli enti territoriali e per garantire che simili tragedie non si ripetano.

L’esame delle responsabilità, l’accertamento delle cause e l’equa riparazione del danno rappresentano passi fondamentali per ricostruire non solo il tessuto urbano e infrastrutturale, ma anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella loro capacità di proteggerli.

Il ricordo delle vittime, in particolare quella del piccolo Mattia, impone una riflessione profonda e un impegno concreto per un futuro più sicuro e resiliente.

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