Un’immagine potente si è materializzata in Piazza Roma, ad Ancona: una bandiera palestinese distesa a terra, divisa e vulnerabile, come il popolo che rappresenta.
Intorno, gli operai della Fiom Cgil si sono compattati, testimoni silenziosi di una tragedia che non può essere ignorata.
Al centro della bandiera, dei fasci di paglia intrisi di vernice rossa, una macabra rappresentazione dei bambini innocenti strappati alle loro famiglie a Gaza, vittime di un conflitto impietoso.
Tre corpi, avvolti in sudari bianchi, giacciono a terra, un’inquietante metafora del genocidio che si sta consumando.
Questa non è una semplice manifestazione, ma un flashmob, un atto di disobbedienza civile orchestrato dalla Fiom Cgil Marche, con la partecipazione del segretario nazionale Luca Trevisan, un segnale inequivocabile di solidarietà e di denuncia.
“Dobbiamo dare continuità alla mobilitazione che ha animato il fine settimana,” afferma Trevisan, “il genocidio è una realtà in corso e richiede un’azione politica concreta da parte del governo italiano.
” La richiesta è chiara: sanzioni immediate contro il governo israeliano, un blocco totale delle forniture militari e commerciali che alimentano il conflitto, e soprattutto, il riconoscimento incondizionato del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, un diritto negato troppo a lungo.
Due striscioni alzano la voce: “Stop Genocide”, un grido di dolore e di indignazione, e “Show Zionism the Red Card”, circondato da cartellini rossi vibranti come un monito severo, un invito a una profonda riflessione sulla responsabilità collettiva.
La manifestazione non si conclude qui.
I sindacalisti, con passo deciso, si incamminano verso il Teatro delle Muse, dove si terrà l’assemblea regionale della Fiom Cgil Marche.
L’agenda è densa: la crisi del settore industriale nelle Marche, il rinnovo del contratto nazionale, e la pianificazione delle prossime iniziative.
“Non possiamo restare indifferenti di fronte a una negazione così palese dell’umanità,” dichiara Sara Galassi, segretaria regionale Fiom Marche, “un’economia di guerra, alimentata da una spirale di riarmo, non può che portare svantaggi a lavoratrici e lavoratori, anche nel nostro Paese.
“La connessione tra la devastazione in atto a Gaza e le difficoltà economiche che affliggono l’Italia è più che evidente.
La crisi industriale, la perdita di posti di lavoro, la precarietà: tutte conseguenze dirette di un sistema economico distorto, che privilegia il profitto a spese dell’umanità.
Umanità e lavoro, due facce della stessa medaglia, due valori inestricabilmente legati che il conflitto armato e l’avidità economica minacciano di spezzare.
La protesta di Ancona è un appello a riscoprire questo legame, a ricostruire un futuro basato sulla giustizia, sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti umani.
Un futuro in cui la pace non sia un sogno irraggiungibile, ma una realtà condivisa.