Il recente episodio di violenza domestica ad Ancona, culminato nell’emissione di un foglio di via obbligatorio, solleva interrogativi complessi e urgenti riguardo alla gestione dei soggetti socialmente pericolosi e alla tutela delle vittime di abusi.
Un uomo di 45 anni, originario di un’altra provincia, è stato oggetto di denuncia da parte della Polizia di Stato in seguito ad un’aggressione nei confronti della sua ex convivente.
Le lesioni riportate dalla donna, una contusione significativa alla regione labiale superiore con una prognosi di cinque giorni, testimoniano la gravità del gesto e l’intensità del conflitto.
Tuttavia, l’episodio non si esaurisce in una mera denuncia penale.
Il questore Cesare Capocasa ha disposto un foglio di via, un provvedimento amministrativo che impone l’allontanamento e l’interdizione dal territorio comunale fino al 2028.
Tale decisione non è un atto isolato, ma il risultato di un quadro più ampio che coinvolge la pregressa condotta dell’uomo e la sua pericolosità sociale, già accertata dalle forze dell’ordine.
In precedenza, era stato destinatario di un ammonimento, una misura di prevenzione che mira a dissuadere i soggetti a rischio dal compiere ulteriori atti illegali.
L’emissione del foglio di via, in questo contesto, si configura come una risposta mirata a prevenire ulteriori episodi di violenza e a garantire la sicurezza della vittima e della comunità.
La Questura di Ancona ha esplicitamente dichiarato che la presenza dell’uomo nel capoluogo dorico non era supportata da alcun interesse legittimo, rafforzando l’urgenza della misura restrittiva.
Questo caso emblematico mette in luce la necessità di un approccio multidisciplinare nella gestione dei fenomeni di violenza domestica e di stalking. Non si tratta solamente di perseguire penalmente i responsabili, ma di implementare strategie di prevenzione, di protezione delle vittime e di riabilitazione dei soggetti a rischio.
L’efficacia di tali strategie dipende dalla collaborazione sinergica tra istituzioni, servizi sociali, forze dell’ordine e associazioni di volontariato.
Il foglio di via, pur rappresentando uno strumento di protezione, solleva anche questioni riguardanti i diritti fondamentali del soggetto allontanato e la sua possibilità di reinserimento sociale.
È fondamentale garantire che tale misura sia applicata in modo proporzionato e che siano offerti percorsi di supporto al soggetto, al fine di favorire un cambiamento positivo e ridurre il rischio di recidiva.
Il caso di Ancona ci ricorda che la lotta contro la violenza domestica è un impegno continuo che richiede attenzione, risorse e un approccio integrato.







