L’efficienza del sistema giudiziario civile italiano è un tema cruciale per la competitività del Paese, e le recenti analisi rivelano un quadro complesso, segnato da progressi significativi ma anche da persistenti criticità.
Un’indagine condotta dall’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa (AIAI) mette in luce una tendenza generalizzata alla riduzione del numero di cause civili pendenti in tutto il territorio nazionale, un segnale incoraggiante che testimonia forse l’effetto di riforme procedurali, l’implementazione di tecnologie digitali e un’ottimizzazione delle risorse umane.
Tuttavia, il divario tra le diverse giurisdizioni rimane marcato, con alcuni distretti che faticano a smaltire l’arretrato accumulato.
In questo scenario, la Corte d’Appello di Ancona emerge come un esempio virtuoso, guidando la classifica nazionale con una notevole diminuzione dei procedimenti pendenti: un calo del 48,2% tra il 2021 e il 2024, che porta il numero di cause da 5.410 a 2.801.
Questo dato, sebbene positivo, va interpretato alla luce delle sfide che ancora permangono a livello locale.
A livello di Tribunali marchigiani, la performance è variegata.
Il Tribunale di Fermo si distingue per la riduzione più significativa dei procedimenti non conclusi (-34,5%), seguito da Macerata (-23,8%), Ascoli Piceno (-21,7%) e, infine, Pesaro che mostra una diminuzione più contenuta (-8,2%).
Anche il Tribunale di Urbino, seppur con una riduzione meno rilevante (-11,4%), contribuisce al miglioramento complessivo del sistema giudiziario regionale.
Tuttavia, l’analisi rivela un’anomalia degna di nota: il Tribunale ordinario di Ancona, pur beneficiando dell’azione depurativa della Corte d’Appello, si discosta dalla tendenza generale, registrando un aumento dei procedimenti non ancora definiti (+5,6%).
Questo incremento, seppur contenuto in termini assoluti (da 6.247 a 6.598), suggerisce la presenza di fattori specifici che ostacolano la fluidità del processo civile locale, quali, ad esempio, un afflusso particolarmente elevato di nuove cause, un aumento della complessità dei casi trattati, o, ancora, problematiche relative alla gestione del personale e delle risorse.
La performance contrastante tra la Corte d’Appello e il Tribunale di Ancona sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare per affrontare le sfide del sistema giudiziario.
È necessario non solo monitorare i dati quantitativi relativi al numero di cause pendenti, ma anche analizzare le cause qualitative che ne determinano l’andamento.
L’efficienza della giustizia civile non si misura solo con la velocità di conclusione dei processi, ma anche con la garanzia di un equo processo, l’accesso alla giustizia per tutti i cittadini e la percezione di un sistema giudiziario imparziale e trasparente.
Ulteriori indagini e un’analisi approfondita delle dinamiche interne al Tribunale di Ancona potrebbero rivelare le cause di questa discrepanza e suggerire interventi mirati per migliorare l’efficienza complessiva del distretto.
L’esempio di Ancona, paradossalmente, diventa così un banco di prova per l’implementazione di soluzioni innovative e personalizzate, al fine di ottimizzare la gestione della giustizia civile a livello nazionale.






