Ad Ancona, in concomitanza con lo sciopero generale indetto a livello nazionale dalla CGIL, si è concretizzata una significativa manifestazione regionale, espressione di profonda dissenso nei confronti di una legge di bilancio percepita come penalizzante per i lavoratori e per l’intero tessuto sociale marchigiano.
Il corteo, partito dal cuore del quartiere Archi, precisamente da piazza del Crocifisso, ha attraversato il centro cittadino fino a culminare in piazza del Plebiscito, luogo scelto per un comizio di ampio respiro.
La mobilitazione, caratterizzata da una forte partecipazione popolare, ha temporaneamente interrotto la viabilità in zone strategiche, con la chiusura al traffico di via Marconi e via XXIX settembre, in prossimità del porto cittadino.
La presenza massiccia di lavoratori provenienti da ogni angolo delle Marche testimonia l’ampiezza del malcontento e la volontà di far sentire la propria voce.
Lo sciopero, parte di una più ampia azione nazionale, non si limita a una mera opposizione alla legge di bilancio, ma si configura come una piattaforma di rivendicazioni più ampie e articolate, mirate a promuovere un modello di sviluppo economico e sociale più equo e sostenibile.
Al centro delle istanze sollevate vi è la richiesta di una redistribuzione più giusta della ricchezza, con l’auspicio di aumenti salariali e pensionistici adeguati al costo della vita e al contributo lavorativo erogato.
Si chiede, inoltre, un blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile, misura percepita come una forma di impoverimento forzato per i lavoratori anziani.
La lotta contro la precarietà, un problema endemico che affligge gran parte del mercato del lavoro italiano, è un altro pilastro fondamentale della mobilitazione.
La CGIL denuncia l’utilizzo sempre più diffuso di contratti a termine e forme di impiego atipiche, che penalizzano i lavoratori in termini di diritti, tutele e stabilità economica.
Oltre alle rivendicazioni di natura economica, il movimento sindacale esprime un forte dissenso nei confronti delle politiche di riarmo, ritenute prioritarie rispetto agli investimenti in settori cruciali come la sanità e l’istruzione.
Si chiede, quindi, una revisione delle scelte di politica estera e una riallocazione delle risorse verso servizi essenziali per il benessere della collettività.
La piattaforma programmatica della CGIL include anche una richiesta di politiche industriali e del terziario capaci di promuovere la creazione di posti di lavoro di qualità, con particolare attenzione alle aree interne e alle economie locali.
Non mancano, infine, istanze di una riforma fiscale più equa e progressiva, che ponga fine alle disuguaglianze e contribuisca a finanziare servizi pubblici efficienti e accessibili a tutti.
I dati parziali sull’adesione allo sciopero, forniti dal sindacato, evidenziano un’ampia partecipazione in settori chiave dell’economia marchigiana: Poltrona Frau Spa (20%), Clabo Group (25%, con una produzione rallentata al 50%), IFIMSPA (70%, con un coinvolgimento dell’80% della produzione e del 25% degli impiegati).
Al corteo hanno partecipato anche i lavoratori di Conerobus, Crn, Fincantieri e Ferretti, a testimonianza del coinvolgimento trasversale di diverse realtà produttive.
La manifestazione ad Ancona si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazione nazionale, in cui i sindacati rivendicano un cambiamento di rotta nelle politiche economiche e sociali del Paese.







