Un corteo silenzioso di indignazione si è snodato questa mattina nel cuore di Ancona, in piazza Roma, testimoniando un crescente sconcerto per la tragica scomparsa di Narcos, un cane abituato a vivere in simbiosi con la sua comunità.
L’iniziativa, promossa dall’attivista animalista Enrico Rizzi, è nata come risposta diretta all’evento deludente verificatosi domenica scorsa: l’uccisione del meticcio da parte di un agente di polizia durante un intervento volto alla verifica del possesso di sostanze stupefacenti in un parco cittadino.
L’atmosfera era densa di dolore e rabbia contenuta, interrotta solo dalle lacrime della padrona di Narcos, la cui denuncia vibrante sui social media aveva innescato un’ondata di sconcerto e solidarietà.
La donna, visibilmente provata, ha condiviso immagini e filmati dell’accaduto, fornendo una documentazione che ha alimentato un dibattito acceso sulla legittima difesa, l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e, più in generale, sul rapporto tra uomo, animale e istituzioni.
Enrico Rizzi, con un discorso appassionato e pragmatico, ha superato i trenta minuti all’altoparlante, articolando una denuncia che va oltre l’episodio specifico.
Ha invitato i presenti a riflettere sull’importanza del rispetto per la vita in tutte le sue forme, sottolineando come la reazione dell’agente, che si diceva costretto ad agire in condizioni di pericolo, sollevi interrogativi profondi sulla formazione del personale di polizia e sull’applicazione dei protocolli di intervento.
Ha inoltre evidenziato come la percezione di una “minaccia” derivante dalla presenza di un animale, anche se non addestrato all’aggressività, possa portare a decisioni impulsive e irreparabili.
I manifestanti, provenienti da diversi strati sociali, hanno esposto striscioni e cartelli recanti messaggi espliciti: “Giustizia per Narcos”, “No alla violenza gratuita”, “Dignità animale, diritto umano”.
L’evento non è stato solo una veglia funebre, ma un chiaro segnale di allarme.
Si richiedono accertamenti rigorosi sull’operato dell’agente, una revisione dei protocolli di intervento delle forze dell’ordine in situazioni che coinvolgono animali, e un ampio dibattito pubblico sulla necessità di promuovere una cultura del rispetto e della compassione verso gli esseri viventi, in linea con i principi di una società civile matura e consapevole.
La vicenda di Narcos si configura come un monito, un appello a non dimenticare che la vulnerabilità di un animale non può mai essere una giustificazione per la negazione del suo diritto alla vita.