martedì 19 Agosto 2025
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Ascoli Piceno, Ast sotto pressione: la Cisl denuncia diritti negati.

L’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno si trova ad affrontare una crescente pressione sindacale, con la Cisl Fp, guidata dal segretario Giorgio Cipollini, che solleva critiche severe sulla gestione dei diritti del personale.

La lentezza nell’adempimento di obblighi contrattuali, accumulati nel tempo, sta generando un clima di frustrazione e insoddisfazione tra i dipendenti, minando la loro motivazione e compromettendo la qualità dei servizi offerti alla comunità.
Il nodo cruciale riguarda il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione e degli arretrati economici dal 2018, una questione già oggetto di contenzioso legale con un’udienza fissata per il 2025.

Questa omissione, oltre a rappresentare una violazione diretta dei diritti contrattuali, evidenzia una difficoltà strutturale dell’azienda nel gestire le problematiche relative alla retribuzione del personale.
L’accumulo di questo debito economico, unito alla mancata erogazione dei buoni pasto, nonostante le sentenze definitive della Corte di Cassazione, crea un quadro di precarietà percepita che incide negativamente sul benessere dei lavoratori.
Parallelamente, le Progressioni Economiche Orizzontali per il triennio 2023-2025 restano in sospeso, bloccando la possibilità di avanzamento di carriera per il personale e alimentando un senso di stagnazione professionale.
Questa situazione è esacerbata da una carenza organica cronica, particolarmente grave nei reparti sanitari, che costringe il personale a turni estenuanti e a rinunciare al godimento dei periodi di riposo, con ripercussioni sul loro equilibrio psico-fisico e sulla sicurezza dei pazienti.

Le scelte gestionali della direzione Ast, in particolare la copertura di posizioni dirigenziali attraverso mobilità esterna, anziché attingendo dalle risorse interne, sono oggetto di forti contestazioni.

Questa pratica, giudicata contraria alla normativa contrattuale e penalizzante per il personale meritevole, aggrava ulteriormente la carenza di risorse umane sul campo, trasferendo oneri economici aggiuntivi sull’azienda senza risolvere il problema di fondo.
Si tratta di una scelta che, oltre a non favorire lo sviluppo professionale interno, rischia di impoverire il capitale umano dell’azienda, privandola di competenze e conoscenze preziose.
La Cisl Fp, con fermezza, segnala che l’inerzia e la mancanza di una risposta tempestiva ed efficace rischiano di compromettere irreparabilmente il rapporto di fiducia tra l’azienda e il personale.
Si rende necessario un cambio di passo radicale, che coinvolga l’implementazione di politiche di gestione del personale più trasparenti ed equanimi, una revisione delle procedure di reclutamento e mobilità, e un impegno concreto per il recupero degli arretrati economici e l’adempimento degli obblighi contrattuali.
La Cisl Fp ribadisce la propria disponibilità al dialogo costruttivo, ma allo stesso tempo non esclude l’adozione di ulteriori azioni legali e di protesta per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire la piena applicazione delle normative vigenti.

L’obiettivo primario è il ripristino di un ambiente di lavoro sereno e stimolante, in cui il personale possa sentirsi valorizzato e sostenuto, per poter offrire un servizio sanitario di eccellenza alla collettività.

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