Nella mattinata odierna, un episodio di grave tensione ha scosso l’istituto penitenziario di Ascoli Piceno, precisamente all’interno del reparto specializzato in tutela della salute mentale (ATSM).
L’evento, caratterizzato da un gesto di auto-danno e conseguenti disordini, ha coinvolto due ospiti del reparto, i quali hanno appiccato un incendio a un materasso, innescando una reazione a catena che ha richiesto un massiccio intervento delle forze di sicurezza e dei soccorsi.
L’azione, apparentemente premeditata, ha rivelato la presenza di oggetti proibiti in possesso dei detenuti, tra cui accendini e strumenti improvvisati riconducibili ad armi artigianali.
Questo dettaglio solleva interrogativi significativi riguardo all’efficacia dei controlli all’interno del reparto, che dovrebbe garantire un ambiente sicuro e controllato per la riabilitazione dei soggetti con problematiche psichiatriche.
L’incendio, rapidamente divampato, ha causato l’intossicazione di otto agenti della polizia penitenziaria, costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso.
L’intervento per domare le fiamme è durato due ore, richiedendo l’impiego di risorse significative e interrompendo le normali attività del reparto.
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), attraverso il suo segretario provinciale Donatello Di Marzio, ha espresso forte preoccupazione per l’accaduto, denunciando la situazione e ponendo l’accento sulla necessità di una revisione urgente delle procedure di sicurezza e del protocollo di gestione del reparto ATSM.
La richiesta più esplicita del sindacato è la chiusura immediata del reparto, ritenuto inadeguato a garantire la sicurezza del personale e la corretta assistenza ai detenuti con disturbi mentali.
L’episodio, oltre alle conseguenze immediate in termini di feriti e danni materiali, apre un dibattito più ampio sulla gestione della salute mentale all’interno del sistema penitenziario.
Si pone la questione di come bilanciare l’esigenza di fornire cure adeguate con la necessità di garantire la sicurezza degli operatori penitenziari e degli altri detenuti.
L’evento sottolinea l’urgenza di investimenti in personale specializzato, in formazione continua e in infrastrutture adeguate per affrontare le complesse sfide legate alla salute mentale in ambiente carcerario, e solleva interrogativi sulla capacità del sistema di prevenire simili situazioni di crisi.
L’incidente di Ascoli Piceno costituisce un campanello d’allarme che richiede una risposta strutturale e non solo emergenziale.