A nove anni dal devastante terremoto del 26 ottobre 2016, il cuore storico di Camerino, emblema del cratere maceratese, sta vivendo una fase cruciale della sua ricostruzione.
Un processo che, dopo anni di pianificazione complessa e attesa carica di dolore, si concretizza in un effervescenza di attività e speranze.
Le gru e le maestranze hanno sostituito il silenzio e la desolazione, segnando una svolta significativa nel percorso di rinascita della città ducale.
Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione, sottolinea come Camerino rappresenti un caso esemplare di progresso.
Non si tratta più di promesse o progetti sulla carta, ma di una realtà tangibile, frutto di una collaborazione sinergica tra istituzioni, enti e comunità locali.
Questo approccio collaborativo si estende all’intero Maceratese e all’Alto Nera, con l’obiettivo di accelerare gli interventi anche nei borghi più colpiti, come Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, puntando al 2026 come anno di cantieri intensivi.
La ricostruzione non è un mero processo edilizio, ma una trasformazione profonda che mira a riconnettere il territorio alla sua identità e a proiettarlo verso il futuro.
Si tratta di convertire il trauma in resilienza, la burocrazia in azione e le risorse in opportunità di sviluppo sociale ed economico.
A Camerino, la macchina della ricostruzione privata è in pieno regime, con 169 progetti avviati, di cui una percentuale significativa già in fase di esecuzione.
Sono stati liquidati oltre 322 milioni di euro, finanziando 360 cantieri conclusi e mantenendo attivi 288 fronti di lavoro.
Il restauro di edifici chiave come il palazzo arcivescovile e il museo diocesano in piazza Cavour, e l’avanzamento dei lavori alla cattedrale, testimoniano un ritorno alla vita e alla vitalità del centro storico.
Parallelamente, la ricostruzione pubblica, sostenuta da un investimento di oltre 41 milioni di euro, interviene su infrastrutture, opere cimiteriali, mobilità sostenibile e riqualificazione degli spazi verdi.
L’Università di Camerino, pilastro dell’economia locale e culturale, beneficia di un finanziamento superiore ai 45 milioni di euro per la riqualificazione del suo patrimonio edilizio, con interventi significativi su edifici storici come il collegio Fazzini, l’ex convento di San Domenico e il prestigioso palazzo Varano.
Il sindaco Roberto Lucarelli evidenzia i risultati concreti di un impegno costante, mentre il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, sottolinea il passaggio cruciale dalla fase progettuale alla fase operativa, con borghi che riacquistano la loro identità e il senso di comunità.
L’ambizione è trasformare la ricostruzione in una vera e propria rigenerazione, promuovendo infrastrutture e servizi innovativi, come la Pedemontana, che mira a migliorare la connettività e la mobilità nelle aree interne.
Nell’epicentro sismico dell’Alto Nera, i progressi nella ricostruzione privata sono incoraggianti: un numero significativo di pratiche presentate e concesse, con un impegno finanziario considerevole.
La costruzione della nuova cabinovia Ussita Frontignano-Cornaccione, un investimento di 17 milioni di euro, e il nuovo rifugio Nido delle Aquile a Castelsantangelo sul Nera, rappresentano un segnale di speranza per il futuro turistico e sociale della zona.
A livello complessivo, nel cratere sismico del Centro Italia, le richieste di contributo per la ricostruzione privata hanno raggiunto livelli impressionanti, superando le 35.000, per un valore complessivo di quasi 17 miliardi di euro.
Questi numeri testimoniano la portata dell’evento sismico e l’impegno profuso per la sua ricostruzione.
La montagna e le aree interne, duramente colpite, stanno lentamente ma costantemente ritrovando la strada per la rinascita e la prosperità.








