Un’operazione di portata significativa, orchestrata dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno in coordinamento con la Procura della Repubblica locale, ha portato alla luce un sofisticato sistema di contraffazione con ripercussioni economiche e sociali di notevole entità.
Il sequestro, culminato in un’azione mirata, ha permesso di sottrarre al mercato illegale oltre 52.000 articoli contraffatti, il cui valore complessivo stimato si attesta sui 3 milioni di euro.
La merce, composta da borse, calzature, valigie e una vasta gamma di accessori, recava il marchio Rocco Barocco, segno di un’operazione volta a sfruttare la reputazione e il prestigio di un brand nazionale.
L’indagine, innescata da una denuncia del marchio stesso, ha rivelato una struttura complessa che andava ben oltre un singolo negozio di San Benedetto del Tronto.
L’attività investigativa, supportata da approfondimenti mirati e tecniche avanzate, ha portato all’identificazione di due imprenditori campani, entrambi cinquantenni, che dovranno rispondere di violazioni agli articoli 473 e 474-ter del Codice Penale, relativi alla contraffazione e alle relative aggravanti.
L’azione della Guardia di Finanza non si è limitata all’arresto dei presunti responsabili, ma ha coinvolto un’ampia rete di perquisizioni aziendali dislocate in otto province: Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro e Urbino, Macerata, Pescara, Chieti, L’Aquila e Napoli.
Tredici decreti di perquisizione hanno permesso di raccogliere prove cruciali per ricostruire la filiera della contraffazione e individuare i nodi strategici dell’organizzazione.
L’operazione dimostra come la contraffazione non sia un fenomeno marginale, ma un vero e proprio catalizzatore di illegalità che alimenta un ecosistema criminale ramificato.
Dietro alla produzione e alla vendita di prodotti falsi si celano spesso attività illecite parallele, come il lavoro nero, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro sporco e l’agevolazione dell’immigrazione irregolare.
La Guardia di Finanza sottolinea come la contraffazione mina la concorrenza leale, danneggia l’economia legale, e compromette la sicurezza dei consumatori, esponendoli a prodotti di qualità inferiore e potenzialmente pericolosi.
L’azione svolta mira, quindi, a disarticolare non solo la catena del falso, ma anche a colpire direttamente i flussi di denaro illeciti derivanti da tali attività, privando le organizzazioni criminali delle risorse necessarie per finanziare le loro operazioni e rafforzare la loro presenza sul territorio.
L’impegno delle Fiamme Gialle si configura come parte di una strategia più ampia di contrasto alla criminalità organizzata, volta a tutelare il Made in Italy, l’economia legale e la sicurezza pubblica.