Il paesaggio appenninico, un mosaico fragile di storia, cultura e biodiversità, affonda le sue radici in un legame millenario tra uomo e terra.
La Giornata Nazionale dell’Agricoltura ci offre un’occasione preziosa per riflettere su questo legame, e in particolare sul ruolo cruciale di coloro che, vivendo e operando nel cuore dell’Appennino centrale, ne costituiscono la linfa vitale.
A seguito degli eventi sismici del 2016, questa funzione di custodi del territorio si è rivelata ancora più imprescindibile, assumendo una valenza strategica per la ricostruzione non solo fisica, ma anche sociale ed economica.
Il concetto di “custode del territorio” va ben oltre la semplice attività agricola.
Si tratta di una visione olistica che ingloba la conoscenza approfondita dell’ambiente circostante, la capacità di gestirlo in maniera sostenibile, di preservarne le risorse naturali e di promuovere la resilienza del sistema agrario.
Gli agricoltori appenninici, con il loro sapere tramandato di generazione in generazione, rappresentano un patrimonio inestimabile per la tutela del paesaggio, della biodiversità e della cultura locale.
Il sisma del 2016 ha lasciato cicatrici profonde, ma ha anche evidenziato la forza e la determinazione di queste comunità.
La ricostruzione è un processo complesso, che richiede un approccio integrato e partecipativo.
Gli agricoltori, con la loro conoscenza del territorio e la loro esperienza nella gestione delle risorse naturali, possono svolgere un ruolo chiave in questo processo, contribuendo a definire strategie di sviluppo sostenibile e a promuovere la ripresa economica locale.
Valorizzare l’agricoltura appenninica significa investire nel futuro di queste comunità, sostenendo le loro attività produttive, promuovendo l’innovazione e la ricerca, e favorendo la creazione di nuove opportunità di lavoro.
Significa anche incentivare pratiche agricole sostenibili, che rispettino l’ambiente e preservino la biodiversità, come l’agricoltura biologica, l’agroecologia e la gestione integrata dei parassiti.
Il riconoscimento formale, attraverso iniziative come la Giornata Nazionale dell’Agricoltura promossa dal Ministro Lollobrigida, è un segnale importante per rafforzare il ruolo degli agricoltori appenninici e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della loro attività.
Tuttavia, questo riconoscimento deve tradursi in azioni concrete, che sostengano la filiera agroalimentare locale, promuovano i prodotti tipici e valorizzino il patrimonio culturale appenninico.
In definitiva, la ricostruzione post-sisma non può prescindere dalla valorizzazione del ruolo dei custodi del territorio, coloro che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a preservare l’identità e la resilienza dell’Appennino centrale.
È un impegno collettivo, che richiede la collaborazione tra istituzioni, agricoltori, associazioni e cittadini, per costruire un futuro più sostenibile e prospero per queste comunità.







