Il panorama politico italiano presenta una dicotomia affascinante: un governo nazionale orientato verso la destra coesiste con un tessuto amministrativo locale, profondamente radicato nel territorio, che continua a esprimere una forte presenza di amministrazioni di centrosinistra.
Questa dinamica, evidente anche nel contesto marchigiano, dove Silvia Salis, sindaca di Genova, ha sostenuto la candidatura di Matteo Ricci a Presidente della Regione, solleva interrogativi cruciali sull’efficacia delle politiche e sulla percezione dei bisogni civici.
La leadership progressista, secondo Salis, non si limita alla tutela dei diritti fondamentali, ma si configura come un approccio che ascolta e risponde alle esigenze dei cittadini, promuovendo un senso di appartenenza e fiducia nelle istituzioni.
L’antitesi tra conservatorismo, inteso come immobilismo e difesa dello status quo, e progressismo, come propulsione verso il miglioramento continuo, si manifesta nettamente nella gestione della sanità, un servizio pubblico che dovrebbe essere prioritario per ogni amministrazione responsabile.
Ricci ha reagito alle dichiarazioni del presidente uscente Acquaroli, il quale aveva tentato di scaricare la responsabilità per l’aumento delle liste d’attesa sui comportamenti dei cittadini marchigiani, accusandoli di abusare del sistema sanitario.
Questa affermazione, definita da Ricci profondamente irrispettosa, rivela una tendenza a eludere la responsabilità politica e a trasferire il peso dei problemi strutturali sulla popolazione.
La critica di Ricci sottolinea come un sistema sanitario inefficiente, afflitto da sottofinanziamento e disorganizzazione, non possa essere arginato con accuse ai pazienti, ma richieda interventi mirati e investimenti strategici.
Salis ha ampliato la prospettiva, evidenziando come l’allineamento politico tra governo regionale e nazionale non costituisca una garanzia di efficienza, anzi, spesso si rivela un ostacolo alla difesa dei diritti fondamentali.
La vera leadership, secondo la sindaca, si manifesta nella capacità di contrastare le derive privatizzatrici e di battersi per la tutela del diritto alla salute.
L’allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, da tre mesi a un anno, non può essere ignorato o minimizzato, ma richiede un’analisi approfondita delle cause e l’implementazione di soluzioni concrete.
La visione di Salis introduce un concetto fondamentale: il bilancio pubblico, a qualsiasi livello amministrativo, rappresenta uno strumento profondamente politico.
Le scelte di investimento, le priorità finanziarie e le allocazioni di risorse riflettono valori, ideologie e progetti di società.
La privatizzazione occulta, attraverso l’incremento dei tempi di attesa e la riduzione dell’offerta pubblica, mina la coesione sociale e compromette il diritto alla salute, trasformando un servizio essenziale in una merce accessibile solo a chi può permetterselo.
La leadership politica, quindi, si misura non solo con la capacità di gestire le risorse finanziarie, ma con la responsabilità di difendere i diritti fondamentali e di garantire a tutti i cittadini un accesso equo e tempestivo ai servizi essenziali.