mercoledì 6 Agosto 2025
18 C
Ancona

Emergenza psichiatrica in carcere: tavolo tecnico per Ascoli Piceno.

La crescente emergenza umanitaria e clinica all’interno del blocco psichiatrico del carcere di Ascoli Piceno ha innescato l’istituzione di un tavolo tecnico regionale, una risposta concreta a una situazione di fragilità strutturale e operativa che affligge da tempo il sistema penitenziario marchigiano.

L’iniziativa, resa pubblica dalla Lega Marche, rappresenta un tentativo di superamento di criticità preesistenti e di avvio di un percorso di miglioramento delle condizioni di salute mentale dei detenuti.
Il tavolo tecnico, presieduto dal Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per l’Emilia-Romagna e le Marche, Silvio Di Gregorio, coinvolgerà figure chiave della sanità regionale, con l’obiettivo primario di esplorare soluzioni concrete e sostenibili per la riorganizzazione del servizio di salute mentale in ambiente carcerario.
La data di convocazione, fissata per il 7 agosto, sottolinea l’urgenza di affrontare la problematica, che ha generato preoccupazioni a livello istituzionale e tra gli operatori del settore.

La proposta più concreta all’ordine del giorno è il trasferimento del reparto Atsm (Articolazione per la Tutela della Salute Mentale) in una struttura più adeguata, individuata nel carcere di Ancona Montacuto.
Questa scelta non è casuale, ma frutto di una valutazione che tiene conto di diversi fattori, tra cui la disponibilità di spazi più idonei, la presenza di personale specializzato e la possibilità di garantire un’assistenza sanitaria più completa ed efficace.

Tuttavia, la questione va oltre il semplice trasferimento fisico del reparto.

L’iniziativa del tavolo tecnico si pone l’obiettivo di avviare una riflessione più ampia sulla gestione della salute mentale in carcere, considerando la complessità dei bisogni specifici dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici.

Si tratta di individui spesso marginalizzati e vulnerabili, che necessitano di un approccio multidisciplinare che coinvolga psichiatri, psicologi, operatori sociali e personale carcerario.

L’obiettivo è promuovere un modello di assistenza che vada oltre la mera gestione della sintomatologia acuta, puntando alla prevenzione delle recidive, al reinserimento sociale e alla tutela della dignità umana.
Ciò implica anche la necessità di investire in formazione specifica per il personale carcerario, al fine di sensibilizzare sulle problematiche legate alla salute mentale e di fornire strumenti per una gestione più efficace dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici.
Il tavolo tecnico, pertanto, rappresenta un’opportunità per avviare un cambiamento culturale all’interno del sistema penitenziario, promuovendo un approccio più umano e centrato sulla persona.

La sua efficacia dipenderà dalla capacità di coinvolgere attivamente tutti gli stakeholder, di garantire un finanziamento adeguato e di monitorare costantemente i risultati ottenuti.
La questione della salute mentale in carcere non è solo un problema sanitario, ma una questione di giustizia sociale e di rispetto dei diritti fondamentali.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -