Un episodio di spregiudicata confidenza e abuso di fiducia ha scosso la tranquilla comunità di Fabriano, in provincia di Ancona, portando all’arresto di una donna di 45 anni e alla denuncia di un’altra, entrambe di origine marocchina.
La vicenda, intricata e carica di implicazioni etiche, ruota attorno alla sottrazione di un bancomat a un anziano signore novantenne, vittima di una subdola manipolazione che avrebbe potuto avere conseguenze economiche devastanti.
La dinamica si è svelata grazie alla prontezza di spirito dell’anziano e alla vigilanza del suo attuale collaboratore, che ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.
La donna, con precedenti penali specifici per reati simili, aveva evidentemente pianificato un’operazione volta a sfruttare la vulnerabilità dell’anziano, instaurando una relazione di fiducia per poi abusarne con modalità premeditate.
La presenza di una complice, una 36enne incensurata, suggerisce un’organizzazione più ampia e una precisa ripartizione dei ruoli all’interno del tentativo criminale.
L’intervento tempestivo delle pattuglie della stazione e della radiomobile di Fabriano, allertate dalla denuncia del collaboratore dell’anziano e dalla sua stessa lucidità nel comprendere la gravità della situazione, ha permesso di cogliere in flagranza di reato le due donne proprio mentre tentavano di prelevare contanti allo sportello di una banca locale, la Bper.
La loro azione era stata ostacolata dalla consapevolezza dell’anziano, il quale, memore di precedenti episodi sospetti, aveva reagito con prontezza, segnalando l’accaduto alle autorità e richiedendo alla banca l’emissione di una nuova tessera, con la conseguente disattivazione di quella sottratta.
L’udienza di convalida degli arresti, celebrata presso il Tribunale di Ancona, ha confermato la misura degli arresti domiciliari a carico della donna con precedenti, accusata di furto aggravato e indebito utilizzo di strumenti di pagamento.
La complice, invece, è stata denunciata in stato di libertà per concorso nel tentativo di prelievo fraudolento.
L’episodio solleva interrogativi profondi sulla crescente fragilità delle fasce più anziane della popolazione, spesso vittime di manipolazioni e abusi di fiducia da parte di persone che, affidate per assisterle, ne sfruttano la vulnerabilità a fini illeciti.
La vicenda sottolinea l’importanza cruciale di un’attenzione costante e di controlli rigorosi nell’affidamento di figure di assistenza domiciliare, nonché la necessità di sensibilizzare gli anziani sui rischi di manipolazione e sulle procedure da seguire in caso di sospetti abusi.
La prontezza di spirito della vittima e la vigilanza del suo collaboratore hanno, fortunatamente, scongiurato conseguenze ancora più gravi, ma l’amarezza per la violazione di un rapporto di fiducia resta profonda.